Il video della NASA mostra come la polvere del Sahara fertilizza l’Amazzonia
Per la prima volta, un satellite della NASA ha quantificato ed ha modellato in tre dimensioni, il volume di polvere che è riuscito ad attraversare l’Atlantico dal deserto del Sahara per arrivare fino alla foresta amazzonica. In questa polvere si trova il fosforo, un componente nutriente essenziale alle terre amazzoniche, e che agisce come un fertilizzante da cui dipende il prosperare dell’ecosistema.
Quello del Sahara è un argomento che affascina gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Questo infatti rappresenta uno dei punti-obiettivi della geografia planetaria che viene letteralmente mitragliato con più fotografie, questo immenso ed esteso deserto che rappresenta il punto di partenza di gigantesche tempeste di polvere e sabbia.
Queste scie di polveri che si muovono sopra l’Oceano Atlantico sono certamente bellissime scenograficamente, ma anche di interesse per gli scienziati, perché permetteranno loro di capire il gioco climatologico che collega il deserto all’altro set geografico altrettanto notevole dell’Amazzonia. Per la prima volta, il movimento annuale di polvere sahariana attraverso l’Atlantico è stato modellato in tre dimensioni, dal Nord Africa al Sud Africa. Questo modello si basa su sette anni di dati raccolti dalla NASA.
Questo è stato possibile grazie al satellite denominato Calipso dell’agenzia spaziale che ha raccolto i dati. Il viaggio è una scansione di fotogrammi che parte da un vecchio lago prosciugato del Ciad, nella depressione di Bödele, ed arriva fino all’Amazzonia. Il satellite ha inoltre calcolato il volume di fosforo nella polvere, che è un nutriente essenziale per i terreni del Rio delle Amazzoni.
Gli scienziati hanno scoperto che, in media, 182 milioni di tonnellate di polveri ogni anno vengono portate via (in correnti d’aria e venti dell’atmosfera) dal deserto del Ciad. E circa 27,7 milioni di tonnellate giungono fino all’Amazzonia. È sufficiente a riempire oltre 100.000 rimorchi. Il fosforo che arriva laggiù è stimato in 22.000 tonnellate, più o meno l’equivalente della pioggia che arriva nel Rio delle Amazzoni ogni anno attraverso il risciacquo del terreno, e che rilasciano il fosforo nel corso d’acqua.
Lo studio mostra anche che il volume di polvere sahariana varia notevolmente di anno in anno. Ciò dipende in gran parte dalle piogge sul margine meridionale del Sahara. La variazione delle precipitazioni può essere correlata a molteplici e mutevoli fattori: la vegetazione, l’erosione del suolo, l’interazione tra la pioggia e la circolazione del vento, gli scienziati stimano anche vi sia l’influenza di altri fattori ancora non identificati in questo momento.
Questa modellistica dettagliata della migrazione di polvere sahariana potrebbe aiutare a far luce nel campo di ricerca denominato “aerosol”, un campo di studio che si concentra sul modo in cui le piccole particelle come le particelle di polvere e le cosiddette sterrate (particelle più piccole che comprendono dai pollini al pulviscolo), si comportano in atmosfera, giocando un ruolo nella formazione di nubi e di altri aspetti del sistema climatico della Terra. Infine, poiché le correnti d’aria variano con l’altitudine, studiare la circolazione di polvere in tre dimensioni, produrrebbe un preciso modello teorico dello studio chiamato “aerosol”..
Hongbin Yu, del centro scientifico Goddard Space Flight Center della NASA, ha detto: “La polvere ha un impatto sul clima, ed allo stesso tempo il cambiamento climatico avrà un impatto sulla polvere. Per capire quali siano tali effetti, dobbiamo prima rispondere a due domande fondamentali. Quanta polvere è trasportata così? E qual è il rapporto tra il volume trasportato di polvere ed i marcatori climatici?”