La Turchia è sconvolta da una nuova strage: 86 morti, 186 feriti di cui più di 20 molto gravi nella doppia esplosione avvenuta in mattinata davanti alla stazione ferroviaria della capitale Ankara. Centinaia di attivisti si stavano riunendo per dar vita a una manifestazione per la pace, per chiedere la fine del conflitto con i curdi del Pkk.
Non è ancora chiaro se si sia trattato di due kamikaze o di ordigni posti al suolo in modo da farli esplodere uno dopo l’altro.
Turchia: nuova strage alla stazione di Ankara con un bilancio tragico di 86 morti e 186 feriti
La strage si aggiunge ai sanguinosi attacchi avvenuti a giugno e luglio a Diyarbakir e Suruç, sempre contro i curdi. E avviene a tre settimane dalle elezioni politiche anticipate del 1.o novembre, destinate a tenersi in un clima di crescente tensione.
Il premier Ahmet Davutoğlu ha riunito il comitato di sicurezza subito dopo gli attacchi e ha in seguito dichiarato 3 giorni di lutto nazionale. Il presidente Erdoğan ha parlato di un attacco all’unità della Turchia.
Il leader dell’opposizione Kemal Kiliçdaroğlu ha dichiarato: “Non voglio accusare nessuno in particolare, oggi. Ma naturalmente dobbiamo evidenziare una cosa: è così che questa Nazione è governata? Potremmo vivere pacificamente in questo Paese”.
Il duplice attacco è stato condannato da numerosi governi e istituzioni di tutto il mondo. Il Pkk, impegnato da settimane a combattere l’offensiva scatenata dal governo, ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale.