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Aggiunto da il 2016-06-11

Si ritorna a parlare del “Piano di riordino Ospedaliero nella BAT

Dopo la chiusura degli Ospedali di Minervino e Spinazzola si attende la riconversione di Trani e Canosa di Puglia. Intanto i cittadini ne pagano le conseguenze, soprattutto in termini di carenza di posti letto, non rispettando gli standard ministeriali nazionali e regionali, rendendosi fautori di un aumento della mobilità passiva e nello stesso tempo di quei viaggi della speranza alla ricerca di cure presso altre Asl pugliesi o di altre regioni. La denuncia arriva ancora una volta dalla Funzione Pubblica della CGIL, che specie in questo periodo dell’anno in cui la stagione estiva incrementa notevolmente il numero di presenze nella sesta provincia, basti pensare alla sola città di Trani, continua a sollecitare ed attirare l’attenzione sui pronto soccorso degli Ospedali di Trani e Canosa, oggetto di riconversione (il quando ed il come sono ancora da svelare) in punti territoriali di primo intervento gestiti dal 118.

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Intervista a Luigi Marzano FP CGIL BAT

Luigi Marzano

Luigi Marzano: “Si sta discutendo a livello regionale del piano emergenza-urgenza anche su questo vi sono due presidi su questo territorio, dopo la chiusura dell’Ospedale di Minervino e dell’Ospedale di Spinazzola, c’è la riconversione dell’Ospedale di Trani e dell’Ospedale di Canosa, che non si sa quando avverrà. Nel contesto è prevista la chiusura dei punti di primo intervento, in questi due ospedali a vocazione territoriale di Trani e Canosa, che in queste grandi città sono indispensabili, soprattutto nell’approssimarsi della stagione estiva, ove con la presenza dei turisti la popolazione incrementa. Quindi sul piano di riordino c’è ancora molta incertezza, specie sulla sua reale applicabilità.”

Un altro punto cruciale quello relativo al mancato rispetto delle norme nazionali previste per la stabilizzazione dei precari.

Luigi Marzano: “In altre Asl (come ad esempio su Bari ed è di recente notizia anche su Lecce) si stanno prorogando i contratti anche oltre il limite dei 36 mesi per il personale del comparto e dei 5 anni per il personale sanitario della dirigenza. Questo nella nostra Asl non sta avvenendo ed addirittura, il paradosso, si sta attingendo a coprire la carenza di personale mediante le chiamate dirette, non previste dalle norme legislative.”

In altre parole più che ad un piano di riordino, quello a cui i cittadini stanno assistendo, appare sempre più come un piano di disordine: privo di una programmazione-pianificazione sull’intero territorio, da un punto di vista burocratico ma anche soprattutto da un punto di vista pratico. L’episodio dei mezzi della Asl BT rimasti senza benzina, con l’eventuale interruzione di pubblico servizio, ne sono la riprova. Una riprova che va ad inficiare il principio del diritto alla salute di tutti e per tutti.

Luigi Marzano: “Gli automezzi della Asl (… e quando parlo di automezzi, parlo di automezzi deputati a garantire l’emergenza-urgenza, al trasporto di campioni biologici, all’assistenza domiciliare sul territorio) sono rimasti senza carburante. Gli operatori, che scontano già il blocco dei contratti collettivi nazionali di lavoro da circa 7 anni, sono costretti a dover anticipare di tasca propria il denaro per rifornire di carburante i mezzi della Asl, per poi chiedere successivamente il rimborso. Chiediamo risposte!”

Pubblicato su YouTube il 11 giugno 2016 da Amica 9 tv canale 91 servizio ed intervista a cura di Greca Colamartino

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