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Aggiunto da il 2016-01-19

Invertebrato riportato in vita dopo aver trascorso almeno 30 anni congelato nel ghiaccio del polo Sud

Alcuni ricercatori hanno fatto rivivere con successo alcune microscopiche creature che erano state tenute congelate per almeno 30 anni. Gli scienziati presso l’Istituto Nazionale di Ricerca polare del Giappone hanno recuperato le creature da un campione di muschio congelato raccolto in Antartide nel 1983. Il campione era stato conservato a -20 ° C per poco più di tre decenni.

Appartengono alla famiglia dei Tardigradi, noti anche come orsi d’acqua o suinetti di muschio, sono animali microscopici, articolati, a movimenti lenti (da cui il nome), a simmetria bilaterale, fra i più piccoli Metazoi conosciuti (da 0,1 mm. a poco più di 1 mm di lunghezza). Sono suddivisi, tutti con otto gambe, nella famiglia dei Tardigradi Phylum degli Invertebrati Celomati metamerici con circa 600 specie; comprendono tre classi:

1) Eutardigradi: terrestri, semiterrestri e di acqua dolce;

2) Eterotardigradi: marini, terrestri e semiterrestri;

3) Mesotardigradi: con il solo genere Thermozodium di acque termali del Giappone, basato su una singola descrizione di Thermozodium esakii (Rahn, 1937) di una sorgente termale giapponese nei pressi di Nagasaki.

Fig. A: Eutardigradi Fig. B: Eterotardigradi

Fig. A: Eutardigradi
Fig. B: Eterotardigradi

Fig. C : Mesotardigradi, Thermozodium esakii

Fig. C : Mesotardigradi, Thermozodium esakii

Hanno il corpo (di 0,1-1,2 mm) rivestito da una cuticola non chitinosa, bocca provvista di 2 stiletti atti a perforare i tessuti vegetali, 4 paia di corte appendici non articolate fornite di unghie o cuscinetti adesivi; sessi separati, i maschi sono rari o addirittura sconosciuti in alcune specie. In maggioranza terrestri, vivono soprattutto nel terreno umido, nei muschi, fra le cortecce degli alberi, nei licheni, alcuni d’acqua dolce e pochi marini. Resistono al disseccamento, quelli d’acqua dolce incistandosi, quelli terrestri disidratandosi per poi riprendere l’attività con il ripristino delle condizioni ambientali adatte.

Gli scienziati presso l’Istituto Nazionale di Ricerca polare del Giappone hanno recuperato le creature da un campione di muschio congelato raccolto in Antartide nel 1983. Il campione era stato conservato a -20 ° C per poco più di tre decenni.

Ma nella storia della conoscenza umana, questi invertebrati hanno sicuramente numerose altre vicende da raccontare in cui si sono resi protagonisti.

Il tardigrado detto anche orsetto d'acqua

Il tardigrado detto anche orsetto d’acqua

Tardigradi, esseri quasi “immortali”

L’animale probabilmente più difficile a morire sulla Terra è chiamato “orso d’acqua o tardigrade”.

Questi invertebrati microscopici con otto gambe, sono paffuti, con artigli e la testa fornita di una piccola sonda.

Essi sono stati descritti per la prima volta nel 1773 dallo scienziato Johann August. Il nome Tardigrado significa ”dal movimento lento” e fu dato da Lazzaro Spallanzani nel 1777 a causa proprio della lentezza di questo animale.

Caratteristiche principali:

 Non invecchiano con l’età, mancano di un sistema circolatorio e sembrano resistere a temperature tra -272° C e +149° C.

Entrano in letargo per centinaia di anni, per un numero considerevole di letarghi, anche fino a 20 volte nel corso della loro vita. Si risvegliano dal letargo con una sola goccia d’acqua.

Riescono a resistere a 100 volte più radiazioni degli esseri umani.

Ma la cosa più sorprendente è che nessun animale era sopravvissuto davanti allo spazio aperto interplanetario: i tardigradi riescono a sopravvivere nello spazio!

 Nel settembre 2007 è stato lanciato il Foton-M3 navicella russa dell’ESA, ed in essa furono collocati un gruppo di tardigradi.Fu riscontrato che non solo questi sono sopravvissuti alle condizioni dello spazio esterno, ma hanno anche mantenuto la loro capacità riproduttiva.

Inoltre, possono sostenere 100 volte più radiazioni degli esseri umani e vivere fino a 120 anni in uno stato d’ibernazione senz’acqua, riattivandosi non appena essi vengono riforniti di una sola goccia di essa.

Le ricerche su questi invertebrati potrebbero aiutare nello sviluppo e nell’uso delle radiazioni utilizzate durante il trattamento del cancro

” Ciò è molto importante.. “ - Affermano il Dr. Jonsson ed i suoi colleghi, che hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Current Biology: ” ..questa tolleranza eccezionale alle radiazioni potrebbe aiutare gli scienziati ad imparare qualcosa sulla cura del cancro.”

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 Equipaggiati con simmetria bilaterale, con ventre appiattito e dorsalmente convessi, i tardigradi sono costituiti da cinque segmenti indifferenziati: Un segmento cefalico che contiene bruscamente la bocca e gli occhi con cirrus e punti sensoriali. I rimanenti quattro segmenti, aventi ciascuno una coppia di gambe, terminano con artigli ventrolaterali (da quattro ad otto) o con ventose; normalmente le prime tre coppie sono utilizzate per la locomozione mentre la quarta serve per ancorarsi al substrato poiché i tardigradi sono estremamente leggeri ed anche una leggera brezza può facilmente trascinarli.

La cuticola esterna che li ricopre può essere di una molteplice varietà di colori.

I tardigradi sono ovipari e subiscono uno sviluppo diretto, senza fasi larvali.

Oltre a non avere un apparato circolatorio, in questi animali vi è la mancanza totale dell’apparato respiratorio e di un sistema escretore.

Possiedono delle cellule (matoxistemas) che permettono loro di sopravvivere a qualunque mezzo o substrato: acqua, aria, vuoto, ecc.

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Nel suo sistema digerente il punto forte è la struttura della cavità orale. Essa è caratterizzata da un’apertura della bocca formata da una cuticola di tre anelli incorporati nella cavità interna. Si tratta di una faringe continua a forma tubolare e quindi atta ad un’efficiente aspirazione, in cui ci sono dei muscoli con potente movimento di aspirazione circolare. In questo muscolo ci sono strutture sclerotizzate chiamate macroplacoides, che danno rigidità alla struttura e che rappresentano anche un punto di inserimento per i muscoli suctores.

I Tardigradi si nutrono di batteri, alghe, crittogrammi, rotiferi, nematodi e altri invertebrati microscopici.

Normalmente sorseggiano le cellule che ingeriscono, ma a volte interi organismi.

Il Tardigrado e la criptobiosi

Il Tardigrado e la criptobiosi

Criptobiosi

 Forse la più affascinante qualità dei tardigradi è la loro capacità, in situazioni ambientali estreme, di entrare in stati di animazione sospesa conosciuti come criptobiosi.

Attraverso un processo di disidratazione, possono andare dal solito 85% di percentuale d’acqua nel corpo, a mantenersi solo il 3% di acqua in situazioni di necessità.

In questo stato la crescita, la riproduzione e il metabolismo sono ridotti o arrestati temporaneamente e quindi può resistere centinaia, forse migliaia di anni.

A metà del XX secolo, uno scienziato olandese aggiunse dell’acqua ad alcuni tardigradi secchi che erano sulla foglia di una felce che aveva ripulito in un museo, risalente al XVII secolo: questi dopo 120 anni, si sono risvegliati e hanno continuato la loro vita normalmente.

Questa caratteristica di resistenza permette ai tardigradi di sopravvivere a periodi di freddo estremo e secchezza, radioresistenza a radiazioni ionizzanti e resistenza al calore ed inquinamento.

Gli studi dimostrano che può sopravvivere a temperature estreme che vanno da -272° C a +149° C ; inoltre con l’immersione in alcool puro ed etere, entrano in uno stato di metabolismo non rilevabile.

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Alcuni scienziati russi dicono di aver trovato alcuni tardigradi che vivono adattandosi ai nuovi micro-habitat esterni dei razzi spaziali, arrivati ​​indietro dalle missioni.

Le recenti ricerche mostrano che alcuni di essi sono in grado di sopravvivere nello spazio e quindi potrebbero sopravvivere a bordo di astronavi, sonde spaziali, meteoriti, comete o altro.