30 marzo 2015
Raffaele Sollecito potrebbe chiedere 516mila euro come risarcimento per “ingiusta detenzione”. Il ragazzo pugliese e i suoi legali, dopo la sentenza di assoluzione della Corte di Cassazione sarebbero pronti a chiedere i danni alla giustizia italiana per averlo lasciato in carcere per quattro anni. Si aspetta la lettura delle motivazioni della sentenza. L’avvocato Giulia Bongiorno qualche giorno fa aveva affermato: “Non cercheremo vendette, i giudici possono sbagliare, ma con Raffaele valuteremo l’ipotesi di una richiesta di risarcimento”. Sollecito ha due anni di tempo dalla pubblicazione della sentenza definitiva.
Intanto i conteggi sono stati già fatti: “La cifra massima prevista- dice l’ avvocato Maori a Il Giorno – è di 516mila euro. Somma che scaturisce moltiplicando i 500 euro al giorno previsti dalla legge per gli anni trascorsi ingiustamente in carcere da Raffaele. Se le motivazioni ce lo consentiranno, dimostreremo tutte le sofferenze subite da Sollecito”. Non solo. “Potremmo rivolgerci anche alla Corte di giustizia europea per i danni patrimoniali subiti dalla famiglia Sollecito, che in questi otto anni ha dovuto sostenere molte spese economiche sia per la difesa anche tecnica di Raffaele, sia per raggiungere fisicamente ogni settimana il ragazzo che era rinchiuso nel carcere di Terni. Ogni venerdì il papà di Raffaele, terminato il lavoro, si spostava da Bari in Umbria per fare visita al figlio, che non è mai stato lasciato solo un momento”.
Caso Meredith, Bongiorno: “Valuteremo azioni legali ma non cerchiamo vendetta”
Così Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito, risponde in conferenza stampa a chi le domandava della richiesta di risarcimento danni dopo l’assoluzione stabilita dalla Cassazione. “L’avvocato Luca Maori ed io nelle prossime settimane valuteremo eventuali istanze relative all’ingiusta detenzione – ha spiegato Bongiorno – Sulla responsabilità civile vedremo se ci sono stati degli errori ma sono cose che meritano valutazione, distacco e lontane nel tempo”.
Caso Meredith, Sollecito: “Amanda? Auguri per telefono ma non desidero vederla”
“Vorrei chiarire che la nostra è un’amicizia come tantissime altre. Tutta questa vicenda ha creato un alone molto cupo su questa relazione ma non ha niente di veritiero”. Dopo essere stato assolto dalla Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher, Raffaele Sollecito ha telefonato ad Amanda Knox per scambiarsi gli auguri. Il giovane si è anche detto dispiaciuto per la delusione provata dai familiari della studentessa inglese visto l’esito della vicenda processuale. Mentre ha ribadito di non aver nulla da dire a Rudy Guede, l’unica persona condannata in via definita per il delitto di Perugia.
“Il mio è stato un sequestro insopportabile. Sono stato additato come un assassino senza uno straccio di prova. Ora sono tornato alla libertà”. Lo ha detto Raffaele Sollecito in conferenza stampa a Roma dopo l’assoluzione definitiva nel processo per la morte di Meredith Kercher. “Voglio dimenticare tutto ma questa ferita non smetterà mai di sanguinare”, ha aggiunto. “La mia famiglia è stata fatta a pezzi per nulla, non mi spiego il perché di tanto odio”.
“Il mio rapporto con Amanda? Una semplice storia d’affetto” – “Il mio rapporto con Amanda era una semplice storia d’affetto tra due ragazzi. Auguro ad Amanda ogni bene, forse scriverò un libro, ora voglio dimenticare”, ha spiegato l’ingegnere pugliese. “Ringrazio i giudici che mi hanno risarcito di tante sofferenze, ma la ferita non si cicatrizzerà mai. Sono completamente estraneo a tutta questa vicenda”, ha poi ribadito. “Il dolore è ancora presente, se guardo l’esito finale la giustizia ha funzionato”.
“Nessuno mi chiami più assassino” – “Non accetto mai più di essere definito assassino e mi tutelerò nelle sedi opportune nel caso ce ne fosse bisogno”, ha continuato Sollecito. L’avvocato Bongiorno ha chiarito che quello di oggi è “un contributo che vuole dare Raffaele, una sua dichiarazione, che vi darà contezza del suo stato d’animo. Non è una conferenza tecnica. Non intendiamo rifare il processo; questo è un incontro con i giornalisti visto che altrimenti non lo lascereste continuare a vivere. Non intendiamo parlare di tecnicismi”.
Bongiorno: “Non sfrutteremo la responsabilità civile per vendetta” – “Valuteremo istanze relativamente all’ingiusta detenzione, ma non ci sono sentimenti di vendetta nell’animo di Raffaele. Non cerchiamo vendette verso giudici che hanno sbagliato”, ha infine sottolineato la Bongiorno. “E’ sbagliato pensare che andremo a frustare i giudici. La responsabilità civile è un istituto serissimo, non va esercitato con spirito di vendetta, non ci sono allo stato iniziative di questo genere”.
Maori: “Tocca a Rudy Guede dare spiegazioni alla famiglia Kercher” – “L’omicidio di Meredith è avvenuto esclusivamente per mano di Rudy Guede che sta scontando una condanna bassissima, è lui che deve far sapere alla famiglia Kercher la verità dei fatti”, ha invece detto l’avvocato Luca Maori che ha difeso Raffaele Sollecito insieme a Giulia Bongiorno
Caso Meredith, sorella Sollecito: “Nuove indagini? Un colpevole c’è già”
“Guede è stato condannato in concorso ma da un processo con rito abbreviato. La sua sentenza riguarda una situazione cristallizzata prima che si venissero a scoprire gli elementi che hanno portato a scagionare mio fratello”. Così Vanessa Sollecito, sorella di Raffaele, ha risposto a chi le domandava se ritenesse necessarie nuove indagini sul caso Meredith. “Quello che la magistratura vorrà fare non spetta certo a noi dirlo” ha detto. “Non c’è né rabbia, né rancore, né sentimento di vendetta – ha aggiunto Francesco Sollecito, padre del giovane assolto dalla Cassazione – Vorrei solo che le persone facessero bene il loro lavoro”