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Aggiunto da il 2016-05-09

I principi di Masanobu Fukuoka, botanico e filosofo giapponese, pioniere dell’agricoltura naturale o del non fare, sono: Nessuna lavorazione…Nessun concime chimico o compost…Né diserbanti né erpici…nessun impiego di prodotti chimici…

La cosa più importante: il suo metodo ha successo con un minimo apporto di lavoro e con costi decisamente ridotti, inoltre in nessun momento del processo di coltivazione c’è il più piccolo impiego di prodotti inquinanti, il tutto senza depauperare la fertilità del terreno.

L’Agricoltura naturale ci insegna che è possibile coltivare lasciando che sia la natura, nella sua complessità e nei suoi tempi perfetti, a produrre il cibo necessario.

Masanobu Fukuoka ci insegna ad arrenderci e a non aggredire più: la terra, gli insetti, i vermi, i funghi, ma a sviluppare la biodiversità necessaria a creare un sistema naturale in equilibrio dinamico.

Masanobu Fukuoka, nel 2002

Masanobu Fukuoka, nel 2002

Masanobu Fukuoka (福岡正信 Fukuoka Masanobu) (2 febbraio 1913 – 16 agosto 2008) è stato un botanico e filosofo giapponese, pioniere della agricoltura naturale o del non fare, autore di La rivoluzione del filo di paglia e The Natural Way of Farming.

Istruitosi come microbiologo in Giappone, ha iniziato la sua carriera come scienziato del suolo, specializzandosi nelle patologie delle piante. A 25 anni cominciò a mettere in dubbio i preconcetti della scienza dell’agricoltura. Quindi, lasciò il suo posto come ricercatore scientifico, tornò nella fattoria della sua famiglia nella isola di Shikoku nel Giappone del sud per coltivare mandarini, iniziando a dedicarsi allo sviluppo di un sistema di agricoltura biologica ed ecocompatibile. L’obiettivo della sua ricerca è stato minimizzare il più possibile gli interventi dell’uomo, che si limita ad accompagnare un processo largamente gestito dalla natura, rifiutando le tecniche agricole tradizionali e moderne. Da un punto di vista filosofico, il metodo di Fukuoka si ispira al concetto del Mu, approssimativamente tradotto con “senza” o anche “nessuno”, il quale è il nucleo dell’insegnamento del Buddhismo Zen. Fukuoka si riferiva, infatti, alle sue pratiche di coltivazione come “agricoltura del Mu”. Per lo Zen l’Universo è in un costante flusso di cambiamento, in cui ogni cosa avviene spontaneamente. Per questo, si ritiene che il miglior modo di agire sia “senza” agire, lasciando libero il campo a quel “meccanismo di autoregolazione che può manifestarsi soltanto se non gli si fa violenza”, come si può ben notare in particolare nell’agricoltura, la quale obbedisce a orologi interni ed esterni, atmosferici, e il cui vero motore è la Natura.

 

 

Impasto di semi e argilla, per la semina secondo le tecniche di Fukuoka

Impasto di semi e argilla, per la semina secondo le tecniche di Fukuoka

Nell’essenza, il metodo di Fukuoka tenta di riprodurre quanto più fedelmente le condizioni naturali. Il terreno non viene arato e la germinazione avviene direttamente in superficie, dopo aver mescolato i semi, se necessario, con argilla e fertilizzante (questo consente di ridurre il numero di semi necessari). Nel terreno intatto, dove idealmente sono state fatte crescere piante poco invadenti che fissano l’azoto (es. trifoglio), che trattengono il terreno e impediscono lo sviluppo di infestanti, viene coltivata simultaneamente la coltivazione voluta. Animali antagonisti vengono introdotti per combattere infestazioni (ad esempio carpe, insettivoro nelle coltivazioni di riso, o anatre per combattere le lumache). Al terreno deve essere restituito quanto più possibile di ciò che ha prodotto, quindi l’agricoltore deve cogliere esclusivamente i frutti e lasciare sul campo tutti gli scarti e le rimanenze della coltivazione, che fungeranno da pacciamatura. Il terreno rimane sempre coperto, riducendo così l’impoverimento per erosione superficiale, e la parte aerea delle piante annuali, dopo il raccolto, deve essere utilizzata per una pacciamatura. Anche la mancanza di aratura, o comunque di aerazione artificiale del terreno, riduce la necessità di concimazione, in quanto i batteri che fissano l’azoto nel terreno sono anaerobi. Il suo metodo di coltivazione, che si realizza essenzialmente su piccola scala, è adatto a piccoli possedimenti, avvalendosi più dell’attenzione al dettaglio che del ricorso al lavoro intenso, richiedendo comunque esperienza e una notevole abilità. Il tempo totale di lavoro viene notevolmente ridotto, fino all’80% rispetto ad altri metodi. Secondo le affermazioni dello stesso Fukuoka, il suo metodo di coltivazione è stato in grado di produrre, in Giappone, rese per ettaro simili a quelle medie ottenute con tecniche che si avvalgono della chimica. È stato fatto molto per adattare il suo metodo alle condizioni europee: tra i contributi, va ricordato quello del coltivatore francese Marc Bonfils e della coltivatrice spagnola Emilia Hazelip, da cui nasce l’Agricoltura Sinergica.

La rivoluzione del filo di paglia

(Video sottotitolato in italiano)

Questo video è un altro piccolo contributo alla diffusione in Italia di un metodo agricolo più naturale. Che non preveda l’uso di veleni. Bisogna iniziare a chiamare le cose per quello che sono. Fertilizzanti, erbicidi e pesticidi non sono altro che Veleni e a volte sembra che ci dimentichiamo che: “Siamo quello che mangiamo”.