“COME MAI” IN GERMANIA?… SIAMO TUTTI UGUALI IN EUROPA O NO?
ACCORDO STORICO IN GERMANIA SINDACATI-GOVERNO: 28 ore lavorative settimanali ed aumento dello stipendio
Da quando è nata la moneta unica europea, la Germania ne ha tratto grandi benefici con anni di crescita che hanno portato ad uno sviluppo economico enorme, con ottimi risvolti per l’occupazione nazionale e soprattutto per i salari che sono aumentati in media negli ultimi tempi. I tedeschi stavano già meglio dell’Italia, anche quando, nel momento del passaggio alla moneta unica il loro marco valeva appena 800 lire; ma poi hanno fatto un vero e proprio “salto di livello del benessere economico” più che raddoppiando il potere d’acquisto quando il marco fu cambiato alla pari con l’euro (800 lire=1 marco=euro ??). Tutto ciò inspiegabilmente per noi italiani, che invece abbiamo dovuto svenarci versando, per il passaggio alla moneta unica, più del doppio del valore stimato al momento (1936 lire=1 euro). Perdendo in potere d’acquisto (questo risultò all’epoca dimezzato) quasi senza l’esistenza di una controparte italiana che facesse una contrattazione a noi più favorevole…
NON SIAMO TUTTI UGUALI IN EUROPA
L’EURO IN GERMANIA ED IN ITALIA:
Due facce della stessa moneta o piuttosto due monete dalle sfaccettature diverse? Con un peso-potere d’acquisto diverso.. Perchè nei due paesi pur avendo la stessa moneta comunitaria, questa non ha mai avuto lo stesso valore?
I due conii della moneta unica europea a confronto: Germania vs. Italia
Che strana la matematica monetaria di questa Europa Unita! Se all’epoca 1 marco si cambiava intorno alle 800 lire come mai dal 1º gennaio 2002 si scambiava con la moneta unica: 2 marchi = 1 euro? E come mai per 1 euro noi italiani scambiavamo 1936,27 lire = 1 euro? Noi italiani non ci saremo inchinati troppo di fronte alla tanto agognata moneta unica con il nostro europeismo a tutti i costi?! Mentre i nostri freddi vicini tedeschi, più cinicamente calcolatori e con il solito pragmatismo che li contraddistingue, hanno dato ad intendere che l’euro stesso, nella sua sostanza, si identificasse con il marco?!
E chi lavorava all’epoca con i cambi di valuta, conoscendo bene questo aspetto, vivendo contemporaneamente la soppressione di un’attività redditizia, si è ritrovato a non dover fare più i conti con la matematica tradizionale ma con quella “strana matematica” della conversione nella moneta unica comunitaria, mai nemmeno spiegata nei dettagli da alcuno che l’aveva messa in atto. Aggravante politica: non è stata richiesta e mai rivendicata nessuna più congrua forma di ri-contrattazione economica da parte di nessun politico italiano nelle sedi opportune, né mai proposta nessuna forma di compensazione economica comunitaria. In Italia c’è un misto di odio, invidia e curiosità per la vicina Germania. Sarà anche perché in Germania vantano e parlano di stipendi che superano i 2.000 euro al mese per mansioni di seconda fascia, cioè di lavori con mansioni molto semplici che vanno dal lavapiatti all’inserviente senza alcuna esperienza e privo di formazione. Secondo un dossier pubblicato sul quotidiano nazionale Il Sole 24 Ore emerge da tale indagine una notizia anche abbastanza sorprendente: gli stipendi dei lavoratori in Germania sono in media più alti di quelli dei lavoratori in Italia, anche del 70% ( percentuale che secondo altri studi pare addirittura sottostimata).
La cosa più sorprendente è che il divario è ben più ampio per le professioni dove non sono richieste particolari qualifiche, mentre per i lavori dove sono richieste specializzazioni e lauree il divario tra gli stipendi tedeschi e quelli italiani si attesta intorno al 20-30% (ma anche qui le percentuali di altri studi sembrano divergere in eccesso pur non controvertendo la tendenza in generale). A tutto questo bisogna aggiungere un costo più basso della vita in genere e dei beni di prima necessità. Il grande apparato di welfare dello Stato tedesco interviene in favore della famiglia, della salute pubblica e costantemente viene supportato dai forti sindacati sulle politiche del lavoro. Una Germania che si sottrae alle politiche di austerità, imposte invece come un diktat agli altri stati europei economicamente più deboli, rivendicando la leadership europea (a cui puntano tutte le scuole di business tedesche), effetto che si attribuisce sopratutto alla reputazione globale della Germania di locomotiva economica. Locomotiva che purtroppo non riconosce gli altri stati membri come parti di un’unica entità europea: Ma la verità è che un treno non va da nessuna parte se tutti i vagoni non viaggiano alla stessa velocità!
Morale: “Non siamo affatto tutti uguali in Europa”. Dove sono finiti i sentimentalismi europei tanto decantati ed apprezzati, quando ci si immaginava un’Europa Unita dei popoli liberi nel libero commercio, nella democrazia, nella pace e nella prosperità per tutti? Con le politiche d’austerità fino ad oggi imposte agli Stati membri dal Parlamento europeo e condotte dallo strapotere economico tedesco (Deutsche Wirtschaftsmacht), il divario tra le varie economie degli stessi Stati membri è invece aumentato. All’assenza totale di efficaci politiche comunitarie per la crescita economica uniforme si aggiunge l’assenza di un vero e proprio piano di “Welfare comunitario europeo”. Si sono invece sovrapposte delle misure drastiche d’imposizione di tassazioni aggiuntive fatte passare come soluzione (piuttosto che causa di crisi e recessione ancora più gravi) alle varie crisi economiche già in atto nei vari Paesi Sovrani (si pensi non solo alla Grecia). Rivelando piuttosto un vero e proprio cinico (privo di qualsiasi sentimentalismo europeo) calcolato piano di conquista economica, attuato dalla Germania nei confronti di tutti gli Stati membri più deboli. Europa Unita solamente dalla moneta unica? Non era questo il nostro sogno!
(Video d’apertura di lambrenedettoxvi pubblicato su YouTube il 25 gennaio 2018)
I PREZZI IN GERMANIA (Video di lambrenedettoxvi pubblicato il 20 dicembre 2017)
LO STIPENDIO DI UN METALMECCANICO IN GERMANIA (Video di lambrenedettoxvi pubblicato il 11 dicembre 2017)
LAVORO IN GERMANIA – ACCORDO STORICO SINDACATI-GOVERNO: 28 ore settimanali ed aumento dello stipendio pari al 4,3%
IgMetall il potente sindacato dei metalmeccanici tedeschi ha fatto sapere di aver raggiunto un’intesa nel Baden-Wuerttenberg. Si tratta di un accordo-pilota, ma è destinato a fare storia.
Il sindacato IgMetall ha ottenuto l’intesa pilota nel Baden-Wuerttenberg. Per contro, le aziende potranno aumentare la quota di dipendenti che vogliono allungare la settimana di lavoro a 40 ore. Nella regione di Daimler e Porsche a 900mila lavoratori è stato riconosciuto un aumento in busta paga del 4,3%, ma soprattutto il diritto ad accorciare la settimana lavorativa a 28 ore, per un periodo massimo di due anni. E la settimana accorciata potrà essere chiesta più di una volta, durante la carriera lavorativa.
“Una pietra miliare verso un mondo del lavoro moderno, in cui ognuno potrà scegliere per sé”
Per le aziende tedesche anche il tempo libero ha un valore. Ma soprattutto chi avrà bisogno di occuparsi dei figli piccoli o di parenti malati o svolge un lavoro usurante non subirà neanche il taglio dello stipendio, a fronte del taglio delle ore. Trovato, dopo una serie di numerosi dibattiti tra le parti, finalmente un punto d’accordo su cui sindacati ed aziende si erano scontrati duramente: la tutela del tempo libero da dedicare alla famiglia o all’individuo stesso come valore aggiunto.
L’intesa prevedibilmente verrà estesa a breve ai 3,9 milioni di lavoratori metalmeccanici del resto della Germania. Per il capo di IGMetall, Jörg Hofmann, si tratta di una “pietra miliare verso un mondo del lavoro moderno, in cui ognuno potrà scegliere per sé”. Il presidente di Gesamtmetall, Rainer Dulger commenta: “è la pietra angolare del lavoro flessibile del 21-esimo secolo”
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