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Il PIANISTA tra i ghiacci: Ludovico Einaudi
Pubblicato su YouTube il 20 giugno 2016
Ludovico Einaudi esegue un pezzo originale “Elegia per l’Artico”, sul Mar Glaciale Artico quasi ad invocare per la sua protezione e salvaguardia, accade il 17 giugno 2016
Con un pianoforte a coda su una piattaforma galleggiante di fronte a un ghiacciaio, Einaudi ha suonato un pezzo originale composto per la causa di Greenpeace: con questa azione, Greenpeace sta sollecitando la Commissione OSPAR, che si riunisce questa settimana a Tenerife per non perdere la possibilità di proteggere le acque internazionali nell’ambito del suo mandato.
L’acclamato compositore ha trasformato in musica le voci degli otto milioni di persone che chiedono la protezione dell’Artico
Attraverso la sua musica, l’acclamato compositore e pianista italiano Ludovico Einaudi ha aggiunto la sua voce a quelle di otto milioni di persone da tutto il mondo chiedendo protezione per l’Artico.
Einaudi esegue una delle sue composizioni su una piattaforma galleggiante in mezzo all’Oceano, sullo sfondo del ghiacciaio Wahlenbergbreen (in Svalbard, Norvegia).
Viaggiando a bordo di una nave di Greenpeace la Arctic Sunrise, alla vigilia di un evento significativo per il futuro dell’Artico: la riunione di questa settimana della Commissione OSPAR, che potrebbe garantire la prima area protetta in acque internazionali artiche.
Greenpeace diffonde oggi le spettacolari immagini di Ludovico Einaudi, musicista e compositore di fama mondiale, mentre esegue al pianoforte il suo inedito “Elegy for the Arctic” su una piattaforma galleggiante alla deriva nel Mar Glaciale Artico. La performance dell’artista italiano si è svolta di fronte al ghiacciaio Wahlenbergbreen, alle Isole Svalbard (Norvegia), in sostegno della campagna di Greenpeace a difesa dell’Artico. Einaudi ha raggiunto il ghiacciaio a bordo della nave “Arctic Sunrise” di Greenpeace, unendosi all’appello firmato da quasi otto milioni di persone per chiedere alla comunità internazionale di sottoscrivere al più presto un accordo che protegga l’Artico dallo sfruttamento e dai cambiamenti climatici. «Arrivare qui è un’esperienza incredibile. L’artico non è un deserto ma un luogo pieno di vita. Ho potuto vedere con i miei occhi la purezza e la fragilità di quest’area meravigliosa. E suonare una mia composizione ispirata alla bellezza dell’Artico e alle minacce che subisce a causa del riscaldamento globale. Dobbiamo comprendere l’importanza dell’Artico per proteggerlo prima che sia troppo tardi», ha commentato Ludovico Einaudi. L’azione di Greenpeace si è svolta alla vigilia di un’importante riunione dell’OSPAR, la commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Atlantico nordorientale, che proprio in questi giorni discute dell’istituzione di un’area protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati nelle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, al momento il mare meno protetto del mondo. Si tratterebbe di un’area con un’estensione pari a quella della Gran Bretagna. La decisione è sostenuta dal parere del comitato scientifico dell’OSPAR, che ha riconosciuto l’elevato valore ecologico di questa regione e la gravità del processo di disgelo causato dai cambiamenti climatici. Per questo Greenpeace chiede l’istituzione di un Santuario Artico in cui sia vietata qualsiasi attività industriale ed estrattiva. Tuttavia, sotto la pressione dei governi di Norvegia, Danimarca e Islanda, che stanno cercando di ostacolare il processo di approvazione, l’accordo potrebbe saltare. Nelle scorse settimane Greenpeace ha pubblicato il rapporto scientifico “What happens in the Arctic doesn’t stay in the Arctic” (Quel che accade nell’Artico non resta confinato nell’Artico), svelando come questo ecosistema unico e prezioso si stia scaldando due volte più in fretta che qualsiasi altra regione del mondo, con possibili gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre, che alle nostre latitudini si manifesteranno con un incremento dei fenomeni metereologici estremi. Come se non bastasse, il ritiro dei ghiacci causato dal riscaldamento globale renderà più facile la pesca, il trasporto marittimo e l’estrazione di combustibili fossili, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’Artico. Basti pensare che a causa della scomparsa dei ghiacci, per realizzare la performance è stato necessario costruire una piattaforma galleggiante che potesse sostituire la banchisa e ospitare il pianoforte su cui Einaudi ha suonato la sua elegia in difesa dell’Artico.
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