Vorrei citare un grande della storia moderna, uno dei padri fondatori della democrazia occidentale nonché tra i più amati presidenti degli USA (è stato il 32° presidente, l’unico ad essere eletto per più di 2 mandati consecutivi) Franklin Delano Roosevelt affermava: – “The true individual freedom can not exist without economic security and independence. People are hungry and out of work the dough of which dictatorships are made.” – Ovvero – “La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.”
Anche se il FMI (Fondo Monetario Internazionale) ritiene che la tassa sulla proprietà della prima casa debba essere mantenuta per “ragioni di equità ed efficienza”!?!. Ci si chiede quale equità e quale efficienza?? La prima casa è o non è un diritto fondamentale che esula dalla tassazione poiché bene primario e base della sicurezza economica minima di ogni cittadino?!
Il Governo Italiano dovrebbe rinbeccare il FMI sulle ingerenze in materia di tassazione e chiedere allo stesso di chiarire il suo ruolo. Lo Stato Italiano non ha (ancora) chiesto nessun aiuto al Fondo Monetario Internazionale, al contrario di quanto è successo per altri Stati sovrani, non sottoponendosi di conseguenza al vaglio di alcun curatore fallimentare! Il Governo Italiano dovrebbe ribadire la propria determinazione all’abolizione di una tassa che non vale più dello 0,25% del bilancio totale di uno Stato, attivandosi piuttosto alla ricerca ed individuazione di forme di tassazione e recupero di risorse economiche (si pensi alla lotta all’evasione fiscale sulla quale c’è ancora tanto da fare soprattutto quando si pensa che l’Italia ha addirittura un corpo “dedicato” quale la GdF) che non contrastino con la tutela dei diritti fondamentali del cittadino. Qualcuno dovrebbe rendersi conto che in Italia le imposte sugli immobili ammontano ad oltre il 2,50% del Pil! Dopo la Gran Bretagna, il nostro Paese ha il più alto livello di tassazione nell’Ue, la cui media è dello 0,7%.
Prima di occuparsi degli affari economici di uno Stato Sovrano qual’è l’Italia, il FMI dovrebbe sapere che il livello di tassazione medio di un italiano (recenti studi parlano di tassazione reale al 54%, la più alta d’Europa!) va ad incidere in modo determinante sul potere d’acquisto! L’organismo internazionale si è ricordato di analizzare le capacità di accesso che ha un italiano all’acquisto della prima casa? In altre parole: Il FMI sa che le banche italiane sono tra le più “esose” (per non usare un eufemismo di stampo più volgare) del panorama bancario europeo, per quanto riguarda l’elargizione di mutui per l’acquisto prima casa?!? Sanno al FMI che le banche italiane stanno solo speculando sull’elargizione del prestito della BCE (con un tasso fissato allo 0,50 % da Draghi) ormai ai minimi storici? Tutto ciò senza che vi sia un ritorno di tale ricchezza elargita, per la società reale cioè per le imprese e per le famiglie! Ricevendo nello stesso tempo soldi pubblici sotto forma di aiuti, rifinanziamenti ed acquisto del debito da parte del Governo Italiano: più volte intervenuto a sanare situazioni insanabili con risorse derivanti dalla tassazione (ultimo il Governo Monti a favore del Monte dei Paschi di Siena elargì all’istituto senese l’ammontare totale dell’odiata tassa nel dicembre 2012, con i Monti bond quel governo ha fatto all’istituto un prestito di 3,9 miliardi, la stessa cifra incassata con l’imposta sulla casa, soldi sottratti alla classe media italiana)! Infatti in Italia 8 cittadini su 10 sono proprietari di un’abitazione e le famiglie italiane, secondo le stime Eures, nel 2012 hanno dovuto versare mediamente 1.216 di euro Imu in più di tasse, sottraendo soldi all’economia.
Il FMI, avendo tra i suoi compiti quello di sostenere le economie, ha dimenticato che l’introduzione dell’Imu ha causato un crollo epocale del mercato immobiliare? Nel 2012 le compravendite immobiliari sono scese del -23%. L’elargizione di mutui per le prime case hanno visto una riduzione fino a quasi il -40%. Oggi il numero di trasferimenti di immobili è quello di 30 anni fa: e pensare che il settore edilizio rappresenta l’11,6% del Pil, quindi dovrebbe essere tutelato meglio dallo Stato Italiano. Lo Stato si preoccupa di tutelare invece le banche, che notoriamente non rientrano nel settore produttivo di un paese! Ma piuttosto le stesse banche rientrano in un sistema di potere occulto, meglio definibile come “trasversale”, non si preoccupano mai del “bene comune”, della “res publica” e del benessere di un Paese intero, tantomeno vengono indotte a tale scopo.
“Mai”, ripetiamo “mai” nella memoria individuale di ciascuno di noi e di quella delle generazioni precedenti, abbiamo registrato l’evenienza di questi ultimi anni, un’anomalia come la mancata crescita di valore se non addirittura la decrescita di valore del bene-casa, considerato fino a qualche tempo fa, il bene primario per eccellenza, il “mattone” : la base dell’economia.
La risposta a queste domande in verità è semplice: sta tutta nella preghiera di scuse recapitata alla Grecia dallo stesso FMI. Scuse presentate dopo aver toccato con mano gli effetti devastanti dei suoi desiderata economici, imposti al popolo ellenico sotto lo slogan dell’austerity a ogni costo. Ma alla fine l’organismo internazionale ha veramente colpe se qualcuno in Italia lo ascolta? Questi signori, dall’alto di un mandato che non ha controllori, tentano serenamente di commissariare gli Stati con i loro “consigli”. Ma il problema vero è che là dove riescono nei loro intenti è perché trovano terreno fertile. E qui nasce la delusione per una politica nazionale assente ed incapace di dare risposte concrete: una classe dirigente che invece di sdegnarsi per l’ennesimo tentato golpe alla sovranità nazionale, si china al più forte, al più “autorevole”. Il problema è questo: il Parlamento e il Governo Italiano si sentono inferiori prima ancora di dimostrare di esserlo!?! Non che non l’abbiano fatto vedere nell’ultimo trentennio, ma questo essendo il primo vero Governo di “larghe intese” della storia Italiana, meriterebbe almeno il beneficio del dubbio. Non vi erano riusciti in questo nemmeno Moro ed il suo “compromesso storico”. Ed è proprio a causa di questa sindrome di inferiorità che preferiscono la sudditanza a terzi, magari scaricando a questi terzi incomodi, la responsabilità delle fatiche imposte ai propri cittadini, invece di invocare il rispetto dell’indipendenza dello Stato Sovrano. La domanda si pone a tutti i cittadini, non solo Italiani: E’ preferibile l’arroganza di un leader politico che impone le proprie “sconsiderate” scelte a livello internazionale, piuttosto che la ponderata sottomissione di uno squallido “ragioniere di Stato” alle ridondanti ed esose richieste di politiche economiche internazionali ridimensionanti l’autonomia stessa dello Stato Sovrano? A noi tutti Europei spetterà la risposta! In attesa che la storia ci dia più valide alternative! In attesa che lo spirito comunitario prevalga sulle ambizioni di leadership economica delle singole nazioni europee. L’Europa faccia per ogni singolo stato ciò che ogni singolo Stato farebbe per ciascuna parte di esso. Si pensi alla riunificazione della Germania: essa costò molto di più di quello che sarebbe costato ripianare il debito greco. Debito grande e difficile da bonificare per quel paese, ma a dir poco minuscolo di fronte all’economia tedesca o addirittura irrilevante se raffrontato all’intera potenza economica Europea.
Falco Brianzolo