E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo?
Il grande discorso del presidente Josè Mujica alle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Video)
Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell’Uruguay Josè “Pepe” Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo? Un discorso che passerà alla storia.
Pepe Mujica, noto come “il presidente più povero del mondo”, ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E’ stato in carcere 14 anni come oppositore del regime.
45 secondi di saggezza – José Mujica – Tratto dal film “Human”
Sottotitoli in Italiano
“Fratelli bianchi e neri
facciamo un fronte comune
del popolo contro l’élite
del basso contro l’alto”
M.Forina
I globalisti post-ideologici servi del turbocapitalismo plurimmigrazionista, cercano altri schiavi da sfruttare
di Michele Forina
Un paese che accoglie e “mantiene” migliaia di migliaia di stranieri, ma non riesce a dare un lavoro ai suoi giovani figli, che paese può essere?
Bisogna fare una premessa: La 1^ regola per la crescita economica è ridistribuire il reddito con politiche che favoriscano una maggiore circolazione dei flussi di denaro. Infatti più cresce la disuguaglianza sociale più frena l’economia nella società! Questa è una semplice regola di economia. Solo con un ”indice di Gini” uguale a zero potremo avere una società perfettamente egalitaria! Dove l’indice o coefficiente di Gini, introdotto appunto dallo statistico italiano Corrado Gini, è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. È usato come indice di concentrazione della ricchezza per misurare la diseguaglianza nella distribuzione appunto del reddito. È un numero compreso tra 0 ed 1. Più tende ad 1 più sarà il divario tra super ricchi ed estremamente poveri.
L’IMPORTAZIONE DI MANODOPERA A BASSO COSTO ATTUATA DAL NEOLIBERISMO GLOBALISTA INCREMENTA LE DISUGUAGLIANZE DELLA SOCIETA’
Il razzismo insito nella deportazione per lo sfruttamento di massa
(Controvalutazioni sulle dichiarazioni dei “Boeri” di turno)
Questa esigenza globalista plurimmigrazionista che vede la sua giustificazione nella più bieca motivazione di trovare manodopera a basso costo, che dovrebbe rimpinguare le casse della previdenza sociale dell’INPS (non si capisce come, visto che gli assistiti non lavorano per almeno due anni e se lo fanno sono irregolarmente in nero) è un emerito falso oltre ad avere dei risvolti attribuibili ad una forma occulta di vero e proprio razzismo. La storia ci dice che i primi neri americani messi nelle loro capanne (apartheid made in USA) con parvenza di democrazia ed uguaglianza che occultava pero’ una classe dirigente falsamente democratica che abusava di loro usandoli non solo come manodopera a basso costo ma come merce di propaganda, sguazzando nel loro potere di sopraffazione, mentre i poveracci campavano con gli US Food Stamp Program (attualmente esistono ancora i Supplemental Nutrition Assistance Program detti SNAP) e gli “assegni di povertà”. Insomma questa tipica azione “democratica” (simil apartheid in USA) che si sta verificando anche in italia in questi anni con il problema immigrazione.
NELLE FOTO SOTTO: Una “scuola per negri” nella Carolina del Sud (1878) ed il Ghetto di Borgo Mezzanone a Manfredonia FG (2018)
Il primo passo per distruggere la libertà di un popolo è distruggerne la sua identità
di Silvana De Mari
“Il primo passo per distruggere la libertà di un popolo è distruggerne la sua identità.
Per abbattere un albero, tagliare le radici. Occorre ridicolizzare la religione di quel popolo, con uno stillicidio continuo di minuscoli gnomi, sedicenti intellettuali, cantanti, presentatori, attori,registi, fotografi, pubblicitari, artisti postmoderni, giornalisti, scrittori, eccetera con uno stillicidio continuo di odio e sarcasmo. La storia di quella religione e la storia di quel popolo viene ridotta ai suoi episodi peggiori, ovviamente enfatizzati e i fiumi di gloria vengono cancellati.
Questa Europa ogni istante più ridicola nega il cristianesimo
e si apre all’islam più radicale, di cui cela la realtà. La generazione Bataclan colora i marciapiedi con i gessetti e canta Imagine.
La nostra storia è infangata, ridotta al suo peggio, perché la generazione “fiocco di neve”, l’ultima, possa credere che è meglio vergognarsi della propria storia. Per abbattere un albero occorre sradicarlo. Dopo aver abbattuto la sua religione e infangato la sua storia, occorre recidere il legame con la terra. La terra non deve più essere coltivata: le quote latte hanno ammazzato le nostre vacche, buttiamo le arance perché quelle straniere costano meno, il 60% dei nostri pelati è made in Cina, gli agricoltori si suicidano. La terra non deve essere più amata. Churchill ha fermato Hitler per l’Inghilterra, De Gaulle per la Francia. Ora il legame deve essere spezzato. Erasmus, scambi culturali, il mito del migrante come elemento sempre positivo, mentre chi resta a combattere per la propria terra e a farla fiorire non raccoglie simpatie, servono a creare l’apolide, lo sradicato, il fiocchetto di neve che non combatterà mai per nulla.
L’annientamento dell’identità territoriale, dell’identità storica e dell’identità religiosa sono venduti come apertura al mondo, in realtà servono a creare un’umanità intercambiabile, incapace di
combattere, manipolabile, un mondo di consumatori che riempiranno con lo smartphone e la cannabis legale la lunga fila di giorni che li separa dalla tomba. Quanto un popolo è in ginocchio lo
si deduce dal tasso di natalità basso e dal tasso di suicidio alto. Ritorniamo alla terra. Noi siamo noi, noi siamo la nostra storia, noi siamo la nostra fede. Noi siamo noi, e questo non vuol dire che siamo migliori degli altri, esattamente come amare la propria famiglia ed esserne fieri non vuol dire voler schiacciare gli altri, ma noi siamo noi. Ogni popolo ha diritto alla sua storia, alla sua religione e alla sua terra. Questo vale anche per noi.”
Silvana De Mari
Questa foto apparsa sui social ha suscitato non poche discussioni! Soprattutto è stata messa in dubbio la sua autenticità!
Lo Stato sovrano ultimo baluardo a difesa delle democrazie e delle cittadinanze contro la bestia del libero mercato
di Claudia Monteverdi
“Non riesco a capire perché certi comportamenti e certi atteggiamenti di alcuni italiani riescano a farmi pensare che potremmo arrivare ad una guerra civile quando dovremmo invece stare TUTTI dalla stessa parte della barricata. Forse non hanno capito che dopo il 1989, caduta del muro di Berlino, la vecchia dicotomia, classe operaia in lotta con la classe borghese, che tendeva ad essere dominante, è superata. Ha lasciato il posto ad un altro scontro di classe ma di ben altro livello. La nuova classe dominante è costituita da un’élite globalista, apolide che mira all’unificazione del mondo in una terra senza confini nazionali e con gli stessi “non-diritti” uguali per tutti. Un mondo nuovo, sotto il dominio dei mercati e della finanza: il neo-liberismo più sfrenato, dove il dogma è la libera circolazione delle merci, delle persone e dei capitali. In cui tutto diventa merce, tutto diventa consumo. Un nuovo mondo in cui la classe dominata, costituita da classe operaia e borghesia, sono accomunate dal fatto di essere entrambe costrette a vivere nell’abisso del precariato. Per riuscirci stanno distruggendo tutte le conquiste e le certezze della classe borghese pre-liberismo: la famiglia, l’etica pubblica, lo Stato sovrano e anche la Chiesa. Non esistono più uomini e donne, ma persone dalle non chiare identità sessuali, a cui è concesso ogni genere di comportamento in nome di una liberazione sessuale che, se da una parte lo posso anche concedere e la cosa non mi disturba, però non lo ammetto più nel momento in cui diventa pretesto per minare la cellula base della società, per legalizzare pratiche educative in bambini, che più, che indirizzare ad una sana e consapevole vita sessuale, li porta alla confusione dei costumi sessuali, ad una perdita di identità. L’invito era: “Portate i bambini al gay pride !!!”. Non devono più esistere madri e padri per poter procreare ma bastano esseri ai quali, sfruttando i più poveri, è concesso soddisfare i propri desideri genitoriali sdoganando il loro operato per amore incondizionato e sacrosanto diritto alla propria libertà, ma che al contempo però non tiene conto del sacrosanto diritto di un bambino di avere un padre, maschio, e una madre, femmina. Devono distruggere lo Stato sovrano in quanto ultimo baluardo a difesa delle democrazie e delle cittadinanze. Quella sovranità che vorrebbe essere l’estrema difesa del senso di appartenenza e di comunità tra chi condivide usi e costumi. Lo slogan “siamo tutti cittadini del mondo” ne è l’esempio eclatante. Hanno distrutto la Chiesa destituendo un Papa vero, cosa successa una sola volta nell’arco dell’esistenza della Chiesa sulla terra, per mettere un Pampero argentino che è più l’anticristo che altro. Devono distruggere le conquiste sindacali come: orari di lavoro, riposo domenicale, tutele sul luogo di lavoro, e far passare per dogmatico l’omologazione del precariato. Se non li fermiamo vivremo in questa era che non sarà nemmeno più post proletaria o post borghese ma sarà solo anti proletaria e anti borghese. Ci muoveremo tutti nello spazio globalizzato del mondo de-regolamentato, de-politicizzato, privato di confini, senza legami famigliari, e pertanto più disposti a tutti gli spostamenti imposti dal mondo del lavoro senza il minimo tentennamento perché privi di radici, per occupare gli spazi lasciati vuoti. Vivremo nel mondo delle privatizzazioni cosicché quando tutto sarà privato, noi saremo privati di tutto. Tutti vittime della bestia del libero mercato. Il perché certa gente, soprattutto coloro che si dichiarano di sinistra, non lo abbiano capito per me è un gran mistero.
Claudia Monteverdi