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Aggiunto da il 2015-05-25

L’Arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin: dobbiamo guardare la realtà e dialogare con i giovani

DUBLINO – La Chiesa in Irlanda “deve fare i conti con la realtà”. L’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, all’indomani della travolgente vittoria dei “Sì” al referendum fa autocritica: “Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l’evidenza”, ha dichiarato l’alto prelato alla televisione nazionale irlandese. Martin riconosce che il risultato è ‘una rivoluzione sociale’. La vittoria del ‘Sì’ è il segno di “una rivoluzione culturale” nel Paese cattolico, in cui “prevale un’idea individualistica della famiglia” e si smarrisce “il concetto del matrimonio come elemento fondamentale di coesione sociale”. “Quanto è accaduto non è soltanto l’esito di una campagna per il sì o per il no, ma attesta un fenomeno molto più profondo, una rivoluzione culturale”, ha spiegato nell’intervista. “E’ un cambiamento notevole i cui effetti concreti sono imprevedibili”, ha avvertito Martin, “il matrimonio in chiesa è anche un matrimonio civile e le coppie gay che se lo vedranno rifiutare potrebbero ricorrere ai giudici accusandoci di discriminazione se il legislatore non mette dei limiti”.

https://youtu.be/kYRWB1TMypk

“La Chiesa deve chiedersi quando è cominciata questa rivoluzione culturale e perché alcuni al suo interno si sono rifiutati di vedere questo cambiamento. È necessario anche rivedere la pastorale giovanile: il referendum è stato vinto con il voto dei giovani e il 90 per cento dei giovani che hanno votato sì ha frequentato scuole cattoliche”, ha aggiunto Martin.
Una questione, quella delle nozze gay, sulla quale ieri sono intervenuti diversi politici italiani. Il testo base adottato in commissione giustizia del Senato prevede comunque unioni civili per persone dello stesso sesso, con gli stessi diritti e doveri delle coppie etero sposate. Un compromesso, rispetto a chi sogna Dublino. Per il premier Matteo Renzi la legge va approvata al più presto. Oggi è arrivato anche un commento del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “La nostra posizione è chiara: sì alle unioni civili, sì al riconoscimento dei diritti delle persone con un rafforzamento patrimoniale di questi diritti, no alla equiparazione al matrimonio, no alla reversibilità della pensione, no alle adozioni dei figli”, ha dichiarato Alfano. “Le coppie omosessuali sono un fenomeno diffuso nella nostra società, all’interno di un vuoto normativo che crea diseguaglianze e confusione. Ho presentato una proposta di legge e ora all’interno del mio partito oggi c’è un atteggiamento di apertura. Bisogna riconoscere diritti e doveri” a chi ancora non li ha, “non stiamo parlando di togliere diritti a chi già ce li ha”, ha detto Mara Carfagna, deputato di Forza Italia, ospite de ‘L’Intervista’ di Maria Latella su SkyTg24. Mentre sul suo blog Pippo Civati scrive: “È Ufficiale: anche l’irlanda è meno bacchettona di noi. I sì vincono: in irlanda si potranno celebrare i matrimoni gay. Matrimoni. Egualitari. Cose dell’altro mondo”.

https://youtu.be/UU0hMV-vDiY

Anche il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, interviene sulla vicenda. Sull’esito del voto referendario, si legge sul giornale, ha “pesato l’ombra di una tradizione secolare che, se ha fatto la storia dell’Irlanda, è uscita fatalmente discreditata dall’abisso dello scandalo della pedofilia che l’ha travolta, e sul quale Benedetto XVI, con una fermezza incrollabile, pretese fosse fatta piena luce garantendo il massimo della collaborazione con le autorità civili”.