Come si vede nel video qui sopra (pubblicato su youtube il 28 novembre 2014) la Commissione europea ha dato alla Francia, all’Italia ed al Belgio fino a marzo per riparare i loro bilanci o ci saranno sanzioni umilianti per il rischio di aver infranto le regole dure di spesa della zona euro.
“Noi decideremo all’inizio di marzo se ulteriori passi sono necessari”, ha dichiarato il commissario per gli affari economici Pierre Moscovici, riferendosi ai nuovi poteri dell’UE oltre ai bilanci pubblici dell’area euro.
La Francia in particolare aveva fatto “progressi limitati”, la commissione ha detto il Venerdì, riferendosi al fatto che Parigi è impostato per un deficit di 4,3 per cento del PIL nel 2015, molto al di sopra l’UE.
Altri quattro paesi – Spagna, Malta, Austria e Portogallo – sono stati anche a minore rischio di rispondere alle regole imposte dopo la crisi del debito della zona euro.
La Commissione, organo esecutivo dell’UE, consegnava pareri ufficiali sui piani di bilancio dei governi dell’area dell’euro per il 2015 in base a tali nuovi poteri.
Il nuovo capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha detto in un’intervista a diversi giornali europei precedentemente che aveva deciso di dare alla Francia, l’Italia e il Belgio più tempo per fare le riforme.
“Ho fatto una scelta di non sanzionare perché sarebbe stato troppo facile”, ha detto.
Italia e Francia devono intervenire entro il prossimo marzo per rispettare le indicazioni del Patto di Stabilità e Crescita, altrimenti “le conseguenze saranno spiacevoli”. Le parole del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervistato dalla ‘Frankfurter Allgemeinen Zeitung’, suonano come una minaccia, neanche troppo velata, rivolta ai due Paesi, dopo essersi impegnati a procedere con riforme e sforzi aggiuntivi, hanno ottenuto una proroga al rispetto delle regole UE di bilancio e saranno esaminati dalla Commissione il prossimo marzo.
“Ma se alle parole non seguono i fatti – ha avvertito Juncker – per entrambi i Paesi le conseguenze saranno spiacevoli”. Il presidente dell’esecutivo di Bruxelles, intervistato dal quotidiano tedesco, ha difeso la decisione della Commissione di fissare un nuovo termine per verificare il rispetto delle regole europee da parte di Italia e Francia. “Il mio obiettivo -ha spiegato- era quello di sostituire un ordine immediato con una fiducia di lungo termine”. E sui timori che il processo di consolidamento dei conti pubblici venga annacquato, Juncker ha sottolineato che “dobbiamo fidarci degli italiani e dei francesi. Poi, a marzo, vedremo come sono andati. Senza le misure annunciate, ci sara’ un aggravamento della procedura per disavanzo eccessivo”, ha aggiunto Juncker. L’Italia, assieme a Francia e Belgio, hanno superato il primo giudizio della Commissione sul bilancio 2015. Una nuova valutazione arriverà a marzo e in tale occasione Bruxelles potrebbe avanzare la richiesta ufficiale di un’ulteriore manovra correttiva.
All’indomani delle parole di apprezzamento da parte dell’Eurogruppo per i programmi dell’Italia arriva la doccia fredda. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, avverte: se l’Italia e la Francia non procederanno con le riforme annunciate si arriverà “a un inasprimento della procedura sul deficit”. Un duro monito a Matteo Renzi affinché alle parole seguano i fatti e che si che si attuino misure efficaci per centrare l’obiettivo di riduzione del deficit strutturale.
Team-Merkel – A dar man forte a Juncker è intervenuto anche Jyrki Katainen il vicepresidente della Commissione Ue con le deleghe a Crescita e Competitività: “Servono le riforme oppure tutto sarà inutile – spiega il falco del rigore -. Se restano ostacoli burocratici agli investimenti privati, se l’amministrazione è lenta, se ci sono incognite non finanziarie, il nuovo fondo Efsi potrà far poco”. In un’intervista a La Stampa ha spiegato che vanno rimosse le barriere e gli Stati devono far ordine in casa. “La risposta non è nel creare nuovo debito – dice – ma nel focalizzarci sulle riforme che servono a stimolare la ripresa”.
L’ultimatum – Juncker comunque, nell’intervista, “suggerisce” ai lettori tedeschi di “dare fiducia”. Almeno fino a primavera. “Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi. E poi vedremo, proprio a marzo, come sarà andata”. Infine spiega: “I governi ci hanno garantito che faranno quanto annunciato”. L’ultimatum, dunque, è fissato per marzo: per l’Italia lo spettro è quello di pesanti sanzioni che costringano il governo a una nuova manovra, o a mettere in altri modi le mani nelle tasche dei contribuenti.
Netta e puntuale (forte non la si potrebbe definire) la risposta del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Facciamo le riforme perché servono a noi e non perché ce lo dicono gli altri”. Padoan ha anche sottolineato che le affermazioni di Juncker non rappresentano una novità. Sono “una cosa che già sappiamo e su cui ci siamo già impegnati. L’Italia sta facendo enormi sforzi sulle riforme strutturali con risultati che cominciano ad arrivare e questo è un elemento di valutazione positiva da parte della Commissione.”