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Aggiunto da il 2013-08-05

Una bambina morde un filo spinato, dopo un incendio nella baraccopoli distruggendo decine di capanne a Nuova Delhi

Una bambina morde un filo spinato, dopo un incendio nella baraccopoli distruggendo decine di capanne a Nuova Delhi

Il parlamento indiano sta avviando l’esamina dei programmi d’assistenza attraverso i quali si vorrebbero fornire alimenti per i due terzi della popolazione, cioè circa 800 milioni di persone.
Punto chiave del programma sarebbe una legge sulla sicurezza alimentare nazionale che costerebbe all’India 24 miliardi di dollari all’anno e che diventerebbe, se il parlamento raggiungerà l’obiettivo, il più grande programma di assistenza sociale al mondo che uno stato sovrano abbia mai realizzato.
In base a questa legge il governo dovrebbe elargire mensilmente 5 chili di grano al mese ad 800 milioni di persone. Chi critica la legge sostiene si tratti di un’azione populista che porterà lo stato indiano alla rovina.
Per portare a termine il programma sarebbe necessario adottare più di trenta nuove leggi, i deputati hanno sei settimane per discutere l’intero progetto di legge. Tutto ciò va inquadrato nelle condizioni in cui purtroppo l’India si trova: povertà estrema, fame e mortalità infantile: entro il 2015, l’India non riuscirà a raggiungere alcuni degli “Obiettivi di sviluppo del millennio”, fissati dai 191 Stati membri delle Nazioni Unite nel 2000. Un segnale giudicato grave dagli analisti, perché colpisce una delle più forti economie emergenti. Secondo un rapporto Onu, andrà meglio invece il settore dell’educazione, che promette di garantire un’istruzione di base per tutti i bambini indiani della nazione.

Nel rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, il livello di povertà sarà del 26,7%, quasi tre punti in più rispetto all’obiettivo, fissato al 23,9%. Nel sottoscrivere gli Obiettivi, l’India aveva promesso di dimezzare il tasso di povertà registrato nel 1990: 47,8%. Tuttavia, nel periodo 2009/2010 la percentuale era ancora del 29,8%.

Nel 2015 resterà alto anche il tasso di mortalità infantile: 43 bambini morti ogni 1000 nascite, contro il proposito di scendere a 27 decessi. Riguardo alle cifre legate alla mortalità infantile sotto i cinque anni, il tasso sarà di 52 ogni 1000, anziché 42 ogni 1000.

Preoccupano anche i dati relativi alla mortalità materna: nel 1990 morivano 440 madri ogni 100mila parti. Per il 2015, New Delhi aveva fissato il proprio Obiettivo a 109 decessi ogni 100mila parti. Tuttavia, nel 2005 il rapporto era di 450 decessi ogni 100mila nascite. Secondo gli analisti, nei prossimi due anni New Delhi non scenderà sotto i 139 decessi.

Dati negativi riguardano anche la malnutrizione. Per il rapporto Onu, essa “continua a essere un grave ostacolo”. Dal 1990 al 2015, l’obiettivo era di ridurre dal 52% al 26% la percentuale di bambini sottopeso inferiori ai 3 anni di età. Tuttavia, tra il 1998-1999 e il 2005-2006 la percentuale è scesa solo dal 43% al 40%.

Positive le notizie legate all’educazione: le statistiche mostrano che entro 2015 il Paese riuscirà garantire l’educazione primaria di base al 100% dei bambini indiani. “L’uguaglianza di genere sui banchi delle elementari – si legge – è già stata raggiunta nel 2007-2008. Quella nelle scuole medie dovrebbe essere raggiunta nei prossimi due anni”.

Concordati dopo il Vertice del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000, gli Obiettivi di sviluppo del millennio sono otto punti, da raggiungere entro il 2015. Essi sono: sradicare la povertà estrema e la fame; garantire un’educazione di base; promuovere l’uguaglianza di genere; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere il virus Hiv/Aids, la malaria e altre malattie mortali come la tubercolosi; garantire la sostenibilità ambientale; sviluppare una rete globale per lo sviluppo.

In un’India che progredisce, che ambisce a diventare la quinta potenza mondiale nel 2015( lasciandosi dietro addirittura l’Inghilterra), che non vede l’ora di salire sul carro dei potenti, gli indiani muoiono di fame. In India si sta peggio dello Zimbabwe e del Sudan.

E’ un fatto: ci sono più poveri in India che nei 26 Stati più in difficoltà dell’Africa. In otto stati indiani del Nord Ovest vivono in miseria 420 milioni di persone, mentre nel continente nero sono 410 milioni. E nel Sud dell’Asia vive oltre il 50% dei poveri di tutto il mondo (840 milioni), mentre l’Africa ne ospita un quarto (480 milioni). In totale, in 104 Paesi, sono 1,7 miliardi le persone che vivono in miseria.

Ma l’India non è il Paese che, insieme con la Cina, starebbe per prendere le redini dell’economia globale?

 In India ci sono 60,8 milioni di bambini rachitici, 53,8milioni sono sottopeso, 25milioni deperiti e 8,1milioni gravemente deperiti. Tutti sotto i cinque anni d’età, ammesso e non concesso che riescano a raggiungerli.

In India ci sono 60,8 milioni di bambini rachitici, 53,8milioni sono sottopeso, 25milioni deperiti e 8,1milioni gravemente deperiti. Tutti sotto i cinque anni d’età, ammesso e non concesso che riescano a raggiungerli.

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