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Aggiunto da il 2015-12-10

Il 68enne suicida di Civitavecchia: Aveva perso tutti i risparmi nel crack di Banca Etruria

PENSIONATO SUICIDA PER IL SALVA-BANCHE

luigino-dangelo-civitavecchia-banca-etruria-LIBERO

CIVITAVECCHIA 10 dicembre 2015 - La banca Etruria è in liquidazione coatta amministrativa come altri tre istituti e lui vede i suoi risparmi di una vita andare in fumo. Le sue ultime parole le ha lasciate scritte su un bigliettino, ritrovato dalla moglie accanto al corpo senza vita del marito. Lui, un 68enne di Civitavecchia, non ha retto al colpo ed ha deciso di farla finita impiccandosi alla scala della sua villetta dopo aver scoperto di aver perso tutti i suoi risparmi, oltre 100mila euro, investiti in obbligazioni subordinate, cioè uno degli investimenti di migliaia di risparmiatori sui quali si è abbattuta la scure del Governo per consentire il salvataggio degli istituti di credito che stavano per chiudere… A dare l’allarme è stata la moglie che ha avvertito la polizia intervenuta sul posto.

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Della tragedia, avvenuta il 28 novembre, ma di cui solo oggi si è avuta notizia, ciò a conferma che l’informazione in Italia non è così libera come si è portati a pensare, si sono interessate anche le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori che hanno espresso le condoglianze per la tragedia che ha colpito “un risparmiatore di Civitavecchia che si è suicidato dopo aver appreso di aver perso i risparmi di una vita investiti nella Banca Popolare dell’Etruria e Lazio, oggetto dell’esproprio criminale del risparmio anticipato del bail-in”. Le associazioni hanno chiesto al procuratore capo di Civitavecchia di aprire un’indagine per verificare se il decreto sulla risoluzione delle 4 banche sia “compatibile con le norme penali e con la Costituzione”.

https://youtu.be/_FbonDc7hIs

https://youtu.be/9Rx2AOE6X74

Pensionato suicida, la moglie: «Qualcuno deve pagare»

La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo sul suicidio di Luigino D’Angelo, il 68enne che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento della banca dell’Etruria. Il pm Alessandra D’Amore, secondo quanto si è appreso, procede contro ignoti per istigazione al suicidio.

«Mio marito? Un uomo che si è sentito ingannato. Per onorare la sua memoria vorrei fare la terza guerra mondiale ma la polizia mi ha consigliato di stare calma e tranquilla. Oltre a tutto quello che sto passando potrei rischiare anche di peggio»: la signora Lidia è la moglie di Luigino. Erano le quattro del pomeriggio quando l’uomo ha aperto il pc e ha iniziato a scrivere una lettera.

Che cosa ha scritto suo marito nella lettera?
«Racconta il suo calvario di questi mesi. Accusa i dipendenti della Banca dell’Etruria che non hanno voluto ascoltarlo. Lui aveva capito da tempo come sarebbe andata a finire. Ha provato a farsi restituire almeno il 70% della somma ma non c’è stato nulla da fare. Il decreto salva-banche è stato l’atto ufficiale della fine di ogni speranza di vedersi restituire i suoi risparmi».

Le ha detto qualcosa quel pomeriggio?
«Quando ha chiuso il pc mi ha detto ‘non sono stato capace di tutelare la mia famiglia, non ce la faccia a superare una cosa simile’. Ho provato a calmarlo, a dirgli che con la pensione ce l’avremmo fatta comunque ma non è servito a nulla, dieci minuti dopo era morto».

Che cos’altro racconta suo marito dei motivi del suo gesto nella lettera?
«Usa una parola, scrive “smacco”. Non tollerava l’idea di essere stato preso in giro da tutti dopo che per mesi aveva provato a salvare quello che si poteva salvare».

Che cosa farà ora?
«Non lo so, sono senza mio marito, abbiamo vissuto insieme per 51 anni di amore assoluto. Spero che il suo gesto colpisca e affondi qualcuno. Qualcuno deve pagare».

Chi?
«Chi ha scritto questo decreto, chi l’ha approvato, chi l’ha applicato. Non perdono nessuno, sono loro che devono chiedere perdono a me per come ci hanno distrutti».

https://youtu.be/TmRFCpyDT6w

https://youtu.be/OGPcaWkjPag