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Aggiunto da il 2015-01-04

Video messaggio di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze italiane rapite in Siria dal Fronte al-Nusra affiliato ad al-Qaida.
Ecco la traduzione del loro video messaggio:
“Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo ed i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. I nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nostre vite.”
È Greta a leggere il testo in inglese evidentemente preparato dai sequestratori, Vanessa tiene in mano un foglietto strappato da un quaderno a quadretti con la scritta «17-12-14 Wednesday». Filmato «attendibile» per gli analisti che escludono il fotomontaggio ma nutrono dubbi sulla veridicità della data. È possibile che sia stato girato prima oppure in epoca molto più recente e che in realtà l’indicazione del giorno sia un segnale convenuto con chi sta negoziando. Poche ore dopo la diffusione del filmato su YouTube, un esponente del Fronte Al Nusra, formazione qaedista che risulta in contrapposizione con l’Isis, rilancia: «È vero, abbiamo le due donne italiane perché il loro Paese sostiene tutti gli attacchi contro di noi in Siria». Rivendicazione ritenuta «non attendibile» e vissuta come una sorta di interferenza. Secondo le indicazioni fornite dai mediatori le ragazze dovrebbero infatti essere nelle mani del Free Syrian Army, l’Esercito Siriano Libero, e non si esclude che altri gruppi stiano tentando di inserirsi nel negoziato. Soprattutto tenendo conto che nelle scorse settimane anche alcuni occidentali, semplici truffatori, si sono proposti come intermediari.
greta e vanessa
Il Fronte Al-Nuṣra, o anche Jabhat Al-Nuṣra, ossia “Fronte del soccorso al popolo di Siria” – “Partigiani del soccorso al popolo della Grande Siria”, è un gruppo di rivoltosi armati attivo in Siria ed in Libano. Il Fronte Al-Nusra è affiliato ad Al-Qaida.
Formatosi all’inizio del 2012, quando nel Paese era in corso la guerra civile, è stato qualificato “terrorista” dagli Stati Uniti alla fine del 2012. Secondo il governatore di Homs (fedele al regime), è stato proprio il fronte Al-Nusra ad assassinare il sacerdote olandese Frans van der Lugt il 7 aprile 2014.
Il video è la prova che sono vive, stanno bene e non sono nelle mani dell’Isis. Ma è anche lo strumento che serve a fare pressione, a lanciare un segnale chiaro sulla necessità di portare a termine al più presto la trattativa. Un avvertimento per dire che il prezzo del riscatto potrebbe alzarsi o addirittura che le due ragazze potrebbero essere «vendute» a un migliore offerente. Ecco perché, dopo la comparsa su YouTube del video che mostra Vanessa Marzullo e Greta Ramelli avvolte nel chador nero mentre lanciano una supplica al governo italiano, gli apparati di intelligence e la Farnesina hanno chiesto «massimo riserbo, siamo in una fase delicatissima». Esattamente cinque mesi dopo la cattura avvenuta in una zona vicino ad Aleppo, in Siria, i rapitori delle giovani cooperanti italiane cercano di chiudere la partita e lo fanno nella maniera più eclatante dopo un sequestro segnato invece dal silenzio assoluto anche quando gli estremisti dell’Isis mostravano le immagini degli ostaggi decapitati e lanciavano il loro proclama contro l’Occidente. Il timore è che si apra un vero e proprio mercato dagli esiti imprevedibili.

Vanessa Marzullo l’intervista e le motivazioni:

La data indicata nel video delle due ragazze in ostaggio è a metà dicembre 2014 il 17 mercoledì – anche per questo la data indicata viene ritenuta un «segnale» – era arrivata la prova che le ragazze erano vive, ma la partita con i rapitori aveva subito una battuta d’arresto. Si era saputo che erano segregate in una casa «gestita» da donne, loro stesse avevano risposto ad alcune domande poste da chi tratta per conto del governo italiano e il «ritorno» con la risposta giusta aveva confermato che erano vive. Però il gruppo dei rapitori aveva sconfessato il proprio mediatore forse ritenendolo «non attendibile» e questo aveva fatto perdere tempo prezioso, soprattutto aveva esposto i negoziatori scelti dall’Italia a chiedere il rispetto delle condizioni già concordate. Il video sembra adesso rappresentare il via libera affinché la trattativa possa entrare nella fase finale con la consegna della contropartita. Ma la scelta di farlo pubblicamente, mostrando le due prigioniere con le vesti islamiche, viene vissuta con apprensione da intelligence e Farnesina proprio perché sembra anche un invito affinché chi può offrire un prezzo più alto si faccia avanti e prenda in consegna le ragazze avviando poi una nuova trattativa con l’Italia. Sia il Free Syrian Army sia Al Nusra sono all’opposizione rispetto all’Isis e questo fa escludere che i fondamentalisti riescano a entrare nella partita, ma anche questa eventualità va tenuta nel conto e per questo in queste ore ci si affanna per riuscire a chiudere l’accordo.
greta e vanessa 2
Gli 007 dell’Aise e i carabinieri del Ros stanno effettuando l’analisi del video alla ricerca di un dettaglio utile. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto a quella zona della Siria dove le ragazze sono segregate e anche alla strategia per portarle in salvo. In questo caso un ruolo decisivo può giocarlo la Turchia, che già in passato ha aiutato gli Stati occidentali nella fase del rilascio degli ostaggi. I contatti su questo aspetto sono attivi. L’urgenza riguarda adesso la capacità di fermare la corsa di chi sta tentando di aprire il gioco al rialzo.

Il video pubblicato su internet poteva servire in origine per dimostrare alle autorità italiane la prova in vita di Ramelli e Marzullo. Successivamente è stato reso pubblico dai rapitori per «alzare il prezzo del riscatto»
Il video-messaggio sembra esser stato volutamente drammatizzato per alzare l’attenzione (ed il probabile riscatto) sulla loro sorte e mettere sotto pressione l’Italia. Fonti siriane affermano che «la minaccia di eliminare i prigionieri è strumentale ai negoziati. Perché dovrebbero uccidere due occidentali che valgono oro?». Nei mesi scorsi, la stampa libanese ben informata e vicina al regime di Damasco aveva scritto che le due giovani erano «state attirate a Abizmu» nell’ambito di un piano preordinato per rapirle e chiedere un riscatto. Secondo le fonti citate allora dai media di Beirut, Ramelli e Marzullo «da tempo erano in contatto con attivisti della zona». Uno di loro le avrebbe adescate e spinte a fidarsi di lui nel corso di alcuni viaggi effettuati dalle ragazze nell’area di Aleppo. Il tutto a scopo di lucro. E senza moventi politici, ideologici o confessionali.