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Aggiunto da il 2016-02-22

Sono almeno 20 i morti provocati dal ciclone Winston che nel fine settimana ha colpito le isole Fiji. I venti che hanno raggiunto i 325 chilometri orari hanno costretto oltre 6.000 residenti in tutto l’arcipelago a lasciare le proprie abitazioni – in gran parte andate distrutte – ed a ripararsi in rifugi d’emergenza.

È il primo ciclone di forza 5 a colpire l’arcipelago su cui vivono 900mila persone. Ancora difficili le comunicazioni con alcune isole, tra cui le Koro che hanno subito i danni maggiori. I soccorritori hanno detto che il numero delle vittime potrebbe salire perché alcune delle isole periferiche più colpite sono ancora impossibili da raggiungere. Migliaia di abitanti sono ora in centri di evacuazione, mentre molte parti del paese rimangono senza elettricità.

Il ciclone Winston, che ha colpito durante questo fine settimana, oltre agli impetuosi venti, era accompagnato da piogge torrenziali ed onde alte fino a 12 metri.

La tempesta di categoria cinque – tra le più grandi che abbiano mai colpito l’emisfero sud – si è spostata verso ovest dopo aver toccato terra alle 18:30 ora locale (07:30) di sabato nel nord della principale isola delle Fiji, Viti Levu ed ha cambiato direzione all’ultimo momento, risparmiando la capitale Suva. Immagini aeree hanno mostrato alcuni villaggi, in particolare nelle zone periferiche, completamente distrutti. Un uomo in Viti Levu ha detto a Reuters che il danno era così esteso che “questo sembra un paese diverso”.

Il ciclone ha tagliato le linee elettriche e di comunicazione ed ha distrutto centinaia di case. Migliaia di fijiani ora vivono in 750 centri d’accoglienza aperti dal governo, che ora incoraggia le persone ad iniziare il ritorno a casa per le operazioni di pulizia.

L’80% della nazione è ancora senza senza elettricità regolare. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e ha invitato le aziende private a contribuire a fornire i mezzi di soccorso e forniture.

Le scuole sono state chiuse per una settimana, ma il principale aeroporto è stato riaperto per ricevere aiuti umanitari e per permettere ai turisti di lasciare il Paese. Australia e Nuova Zelanda hanno autorizzato il rilascio delle forniture di aiuti di emergenza . Essi hanno anche fornito aerei per valutare i danni dall’aria in aree remote.

Il ministro del Turismo Faiyaz Siddiq Koya ha detto che la tempesta aveva causato una diffusa devastazione, ma ha insistito che “tutti i visitatori sono al sicuro”, nonostante la mancanza totale di comunicazione con alcune zone.