La vittima del brutale attacco ieri a Londra per mano di due terroristi islamici è Drummer Lee Rigby, 25enne di Manchester, che prestava servizio presso il secondo battaglione del Royal Regiment of fusiliers. Lo rendo noto il ministero della Difesa britannico. Rigby era padre di un bambino di due anni. Era nato a Cumpsall, vicino a Manchester, nel luglio del 1987. Da tutti era noto con il soprannome di ‘Riggers’, si era arruolato nel 2006 e nel 2009 aveva prestato servizio in prima linea in Afghanistan. Molto amato dai compagni, dicono di lui che era un soldato valoroso ma anche un ragazzo simpatico, spiritoso e sorridente. In una nota il ministero della Difesa lo definisce un uomo “con una grande personalità”. Ma anche un “padre molto amato, dal figlio Jack di due anni. Mancherà molto a tutti coloro che lo conoscevano”.
Uno dei due uomini sospettati di aver ucciso il soldato inglese ieri pomeriggio nel sud-est di Londra, sarebbe cresciuto in una famiglia cristiana devota: lo riferisce la Bbc. Il ventottenne fanatico Michael Adebolajo avrebbe lasciato il college nel 2001, a quanto si apprende si sarebbe convertito all’Islam proprio dopo il college. Viene descritto, durante la scuola, come uno ragazzo intelligente e spiritoso.
Una donna ha sfidato i due africani accusati di aver ucciso a coltellate a Londra il soldato britannico e ha spiegato di essere intervenuta perché pensava che fosse meglio che “le armi fossero puntate su una sola persona”. Il capo scout Ingrid Loyau-Kennett, 48 anni, ha dichiarato al Daily Telegraph che uno degli uomini le ha detto di voler “cominciare una guerra a Londra stasera”, dopo che lei aveva domandato agli attentatori perché avevano compiuto l’aggressione. La donna, madre di due bambini, era accorsa sul posto dopo aver visto la vittima al suolo e ha cercato di sentire il battito del suo polso. E’ stato in quel momento che ha visto le armi, un coltello e un revolver. “Non era drogato, non era ubriaco, era solo emozionato, sconvolto – ha riferito la donna -. Gli ho detto ‘ora avete contro un sacco di gente, che volete fare?’ e lui ha risposto ‘vorrei restare e combattere’”. La donna si è quindi rivolta al secondo attentatore e gli ha domandato di consegnarle le armi: “Ho pensato che era meglio che fossero puntate verso una persona come me piuttosto che verso chiunque altro, in un momento in cui i bambini cominciavano ad uscire da scuola”.
In pieno pomeriggio e’ esplosa la violenza, per strada, nel sud di Londra. Ed e’ tornato il terrore in citta’ e nel Paese, per quel grido: ”Allah Akbar”. Cosi’ due uomini si sono scagliati ieri contro un soldato e lo hanno ucciso a coltellate. Avevano armi da taglio, fra cui una mannaia. Subito si e’ pensato a un attacco terroristico. E a confermarlo, qualche ora dopo, e’ stato David Cameron in conferenza stampa a Parigi. Le indagini sono ancora in corso per stabilire quanto accaduto ”ma ci sono forti indicazioni che sia un atto legato a terrorismo”, ha detto il premier. ”Abbiamo gia’ avuto questo genere di attacchi in Gran Bretagna, ma non ci siamo mai piegati. I terroristi non vinceranno mai”.
Non erano ancora le 14.30 quando la polizia e’ stata chiamata sul posto, a Woolwich, periferia multietnica del sud-est di Londra, sede anche di una caserma. Per terra il corpo insanguinato di un uomo con indosso una maglietta con la scritta ‘Help for Heros’, lo slogan che caratterizza una nota associazione per i soldati feriti in guerra sostenuta dalla famiglia reale. Molti testimoni parleranno poi di un corpo ”decapitato”, raccontando di un’aggressione feroce e cruenta, perpetrata da due individui – apparentemente di origine africana – che avrebbero investito la vittima con una vettura prima di saltarle addosso e massacrarla. Le autorità restano caute e rivelano col contagocce dettagli e particolari. Si sa pero’ che i due uomini, braccati dalla polizia, sono stati alla fine feriti, catturati e trasportati in due diversi ospedali, dove sono sotto custodia: uno di loro è in gravi condizioni.
Sull’identità degli assassini, voci su twitter riferiscono accreditano l’origine nigeriana di almeno uno dei due, indicato da un presunto conoscente come un ex cristiano convertitosi all’Islam con il nome di Mujahid. C’è chi racconta di aver visto i due presunti aggressori fermare passanti e chiedere loro di essere fotografati. Un filmato mostra in effetti scene dell’attacco. Mentre si moltiplicano pure le immagini del macabro show inscenato da quelli che appaiono come gli assassini. Vi si vede un nero con le mani insanguinate che impugna una mannaia, anch’essa grondante sangue, e un coltello. Sembra giovane e di radici africane, guarda dritto nella telecamera e parla: ”Nel nome del grande Allah, non smetteremo di combattervi”, dice. ”Mi scuso con le donne che hanno dovuto assistere a questo, ma nella nostra terra le donne devono vedere le stesse cose. Voi non sarete mai al sicuro. Liberatevi del vostro governo, a loro non importa di voi”. Londra è ripiombata nel terrore.