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Aggiunto da il 2012-11-21

Sabato 17 Novembre 2012. Davanti alla pretura di Canosa di Puglia

E’ ancora differenziata o si trasforma in indifferenziata? Questa è la domanda che ci poniamo ogni volta che assistiamo ad immagini come questa. Ormai è da tempo (quasi 3 mesi) che l’amministrazione comunale di Canosa di Puglia continua ad ignorare i segnali, visibili ovunque nella nostra cittadina, ed il disagio prodotto dalla presenza di rifiuti per le strade in ogni angolo. Maldestra la scelta di raccolta porta a porta, con diversi orari di ritiro e rilascio delle immondizie più volte nell’arco della stessa giornata. Deleteria, oserei definire, la decisione di ritirare i vecchi cassonetti delle indifferenziate, senza fornire il territorio cittadino di nuovi bidoni per la raccolta differenziata atti allo scopo. Affinché non vengano lasciate in giro ed in ogni angolo immondizie di vario e sconosciuto genere: l’identificazione del “luogo dove” e del “contenuto differente” da depositare sono di notevole snellimento alle procedure di automatizzazione dello smaltimento. Al contrario, nel processo mentale richiesto (ma non solo in quello, poiché qui si parla soprattutto di procedure e cioè di azioni pratiche messe in atto) dalla raccolta attuale, si aboliscono erroneamente i punti o luoghi di differenziazione, moltiplicandone le soggettive identificazioni degli stessi, ingenerando confusione ed introducendo l’inconsueta quanto odiosa ritenzione domiciliare dei rifiuti, mai adottata precedentemente. Il cittadino deve essere educato alla differenziazione dei rifiuti, ma ciò non si può fare pretendendo che lo stesso, da un giorno all’altro, passi da una totale anarchia ed assenza di regole ad una programmazione dei giorni di smaltimento, degli orari di smaltimento oltre che della differenziazione delle tipologie ed organizzazione degli spazi domiciliari per la ritenzione in casa dei rifiuti con conseguente riorganizzazione delle abitudini nella propria abitazione. Sarebbe come chiedere al lupo di diventare, da un giorno all’altro, vegetariano o magari addirittura vegano. Evidentemente, con queste metodologie, non sono bastati nemmeno tre mesi ad educare alla sensibilità ecologica, se questi sono i risultati! Ormai non facciamo che ripetere ad interlocutori sordi, quelle che sono delle semplici soluzioni: identificare delle aree per ciascun quartiere (di circa 5 mq), collocando in tali siti i bidoni di raccolta (5 colori diversi + campana vetro + contenitore pile-batterie esauste), rendendo più semplice il compito sia ai cittadini (che così riconoscerebbero meglio la collocazione dei vari rifiuti senza obblighi di rilascio a “giorni alterni” o di “ritensione domiciliare” degli stessi, quasi un “procrastinare a comando”), sia per gli operatori ecologici addetti alla raccolta (che così non sarebbero oberati da un maggiore carico di lavoro dovuto al “porta a porta”) costretti a rifare il “giro” anche 2 volte nell’arco di 6 ore nella stessa giornata! Non vi meravigliate poi se la spazzatura rimane lì ad “indifferenziarsi”! Cosa vuol dire questa foto, immagine della nostra città? I nostri concittadini sono confusi? Non riescono a trovare i bidoni della spazzatura? Sono ipovedenti? Riconoscono solo delle aree dove accatastare le immondizie indifferenziate? Vagano in giro per la città per liberarsi dell’immondizia e poi non trovano forse il bidone giusto?
Firmato da un canosino di ritorno: FALCO BRIANZOLO

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