All’età di 74 anni, il graphic design e scultore Hans Ruedi Giger, ha lasciato la nostra dimensione spazio-temporale. La sua opera ha ispirato molto il cinema horror e di fantascienza. Giger è morto nel pomeriggio di Lunedì 12 Maggio 2014, in un ospedale a Zurigo a causa delle ferite riportate dopo una caduta. Lo ha reso noto la televisione svizzera e tedesca SRF. Giger si trovava in ospedale al momento del decesso. Nato il 5 febbraio 1940 a Coire, Giger è stato un artista poliedrico, che ha spaziato dal graphic design alle illustrazioni, dalla scultura al design, ma a dargli notorietà internazionale è stato sicuramente il suo lavoro con Ridley Scott, per il quale ha creato l’Alien, opera che gli ha fruttato il Premio Oscar agli effetti speciali nel 1980. Successivamente ha collaborato come designer nei vari film ispirati alla saga (da Aliens a Scontro finale ad Alien vs. Predator), ritagliandosi un posto leggendario nella storia del cinema (tra il 1972 e il 2013 è stato il soggetto di ben ventisette tra documentari e cortometraggi). Le influenze di Giger sul mondo del cinema non si fermano però ad Alien: film come Hellraiser o Poltergeist, o registi come Cronenberg e Lynch, hanno attinto a piene mani dal suo universo immaginifico e terrificante, improntato a un’estetica minacciosa ed oscura, aggressiva e perturbante. Un utile compendio della sua opera è la raccolta illustrata del “Necronomicon”.
La vita
Giger è nato nel 1940 a Coira , capitale del Cantone dei Grigioni , il più grande e più orientale cantone svizzero. Suo padre, un chimico, vedeva l’arte come una professione “breadless” (tradotto alla lettera = “meno pane”), cioè, egli intendeva, da “morti di fame”, e fortemente lo incoraggiò ad entrare nella facoltà di farmaceutica, Giger ricorda. Invece, Hans Ruedi Giger si trasferisce nel 1962 a Zurigo, dove studia architettura e design industriale alla Scuola di Arti Applicate fino al 1970. Il padre è titolare di una farmacia e l’artista passa un’infanzia, per sua stessa testimonianza tranquilla e felice, nel laboratorio paterno, osservando spesso le boccette, alcune puramente espositive contenenti liquidi dagli strani colori, preparati vari e sanguisughe all’epoca ancora in uso medico. Un giorno il padre ricevette da una casa farmaceutica, un teschio umano ed il figlio, ancora bambino, ne rimase affascinato. Nel tempo, il ragazzo sviluppò una certa attrazione nei confronti del bizzarro e del tetro, ispirato anche da artisti come Salvador Dali e Jean Cocteau. Sua madre Melli, pur non comprendendo appieno questa particolare passione del figlio, non smise d’incoraggiarlo.
Giger ebbe una relazione con l’attrice svizzera Li Tobler, che durò fino a quando la stessa si suicidò nel 1975. Sposò Mia Bonzanigo nel 1979, ma si separarono un anno e mezzo dopo.
Lo stile di Giger e l’esecuzione tematica sono stati molto influenti sulla sua notorietà. Il suo progetto per l’ Alien è stato ispirato dalla sua opera pittorica Necronom IV che gli valse un Oscar nel 1980. I suoi libri di dipinti, in particolare Necronomicon e Necronomicon II (1985) e la frequente comparsa della sua arte su “Omni magazine” hanno determinato la sua ascesa alla ribalta internazionale. Giger è anche noto per essere autore di numerose opere d’arte, copertine ed illustrazioni di album e dischi di diversi autori di musica.
Nel 1998 Giger ha acquisito il castello di St. Germain a Gruyères, in Svizzera, e oggi ospita il Museo Giger HR, un archivio permanente delle sue opere. L’artista ha vissuto e lavorato a Zurigo con la moglie, Carmen Maria Scheifele Giger, che è il Direttore del Museo HR Giger.
Specializzato negli effetti speciali e nelle creazioni fantascientifiche, nel 1980 vinse il premio Oscar proprio per il cult di Ridley Scott. Aveva realizzato la creatura del film insieme all’italiano Carlo Rambaldi.
Dopo gli studi di architettura e design industriale, Giger aveva approfondito il rapporto tra il corpo umano e la macchina e aveva cominciato a realizzare paesaggi da incubo in uno stile da lui definito “biomeccanico”.
Scott era rimasto colpito dalla creatura fantastica disegnata da Giger nel suo libro Necronomicon e volle che l’artista la riproducesse per il film su cui si accingeva a lavorare.
Giger è l’”original alien designer” dietro anche alla susseguente saga, da Aliens – Scontro finale (1986) a Alien 3 (1992), da Alien – La clonazione (1997) a Alien vs. Predator (2004).
Nel 1998 aveva aperto un suo museo nella Svizzera centrale, in cui sono esposti quadri, sculture e bozzetti per il cinema, oltre alla sua collezione d’arte privata. Il “Museum H.R. Giger”, situato all’interno del medioevale castello di St. Germain, nel borgo di Gruyères ed ufficialmente aperto il 20 giugno del 1998.
Giger è il più grande artista riconosciuto nel campo della fantascienza, noto per l’approccio dark e weird che ha nelle sue opere.
I sui disegni e le sue sculture parlano chiaro, lo stile di quest’artista è veramente unico nel suo genere.
E’ noto al grande pubblico per aver scolpito l’Alien, e dato ad esso quella forma strana ed inquietante, che i registi ricollegano a simbolismi sessuali e sociologici. Ma non solo, egli ha anche scolpito la pistola “spara-denti” del film di Cronemberg, eXistenZ.
Giger ha ricevuto tantissime influenze nei suoi lavori, si pensa che sia stato influenzato moltissimo ed abbia tratto ispirazione dai disegni infernali di William Blake, apprezzati ed ammirati unanimemente dalla critica, per i tratti apocalittici e simbolici che li contraddistinguono.
Giger è diventato famoso per la sua mania di dipingere e di scolpire, strani esseri, metà uomo e metà macchina, noti come “biomeccanoidi”. Queste creature non sono propriamente dei cyborg, ma sono più che altro una fusione grossolana e negativa del corpo umano con una macchina. Il cyborg, per come lo immaginiamo noi, potrebbe essere un umano con braccia bioniche. Il biomeccanoide invece, potrebbe essere una donna fusa con un impianto industriale, che forma con lei un tutt’uno condannandola a rimanere per sempre fusa ad esso, e senza il quale non potrebbe vivere. I visi nei disegni di Giger denotano grande sofferenza, ma anche una sorta di trascendenza forzata. Una superiorità cosmica ai mortali, degna dei migliori disegnatori fantasy di Urania.
Lo stile
Giger iniziò con piccoli disegni a inchiostro prima di passare ai dipinti ad olio. Per la maggior parte della sua carriera, Giger aveva lavorato prevalentemente con l’aerografo, creando tele monocromatiche raffiguranti visioni surreali, da incubo o con paesaggi onirici. Tuttavia, ha poi in gran parte abbandonato le grandi opere con l’aerografo a favore di opere con pastelli, pennarelli o ad inchiostro.
L’innovazione stilistica più caratteristica di Giger è stata quella di una rappresentazione di corpi umani e macchine in un freddo, rapporto di interconnessione, descritto come “biomeccanico”. Le sue influenze principali erano i pittori Ernst Fuchs e Salvador Dalí. Ha incontrato Salvador Dalí, al quale è stato introdotto dal pittore Robert Venosa. Era anche un amico personale di Timothy Leary. Giger soffriva di terrori notturni (un vero e proprio panico) ed i suoi dipinti sono tutti in qualche misura ispirati dalle sue esperienze con quel particolare disturbo del sonno. Ha studiato interior e industrial design presso la Scuola d’Arte di commercio di Zurigo (1962-1965), e fece i suoi primi dipinti come un vero mezzo di auto-arte-terapia.
Dai gruppi rock ai tatuatori, dai narratori di fantascienza ai decoratori di autoveicoli, le visioni aliene e oniriche di Giger hanno offerto spunti tematici e iconografici per la realizzazione delle opere più disparate.
Nel 2007, Giger e il suo lavoro sono stati soggetti di un documentario di 19 minuti, il “Santuario di HR Giger”, che ha girato il mondo e di cui è stato pubblicato il DVD nel maggio 2008.