LA DISTRAZIONE DI MASSA DEL POPOLO ITALIANO
LO SCOPO E GLI EFFETTI: LA MANCATA FORMAZIONE DEL GOVERNO CONSENTE AGLI STESSI CHE DOVEVANO ANDARE A CASA DOPO IL 4 MARZO, DI RIMANERE ARROCCATI AL POTERE IN ATTESA DEL RIPRISTINO DELLO STATUS QUO
Un vero e proprio tentativo di recupero dei consensi elettorali attraverso un bombardamento mediatico attuato principalmente dalla TV di Stato + Mediaset!
Siamo in perpetua campagna elettorale o sarebbe meglio definirla post-elettorale? Una pianificata “distrazione di massa” attuata in maniera ossessiva ed allo scopo di obnubilare gli intelletti, offuscando anche i chiarissimi risultati delle ultime elezioni politiche. La Casta, nel tentativo di difendersi da una imminente aggressione che minaccia i propri privilegi, ha creato una legge elettorale proporzionale e senza premio di maggioranza, nata appositamente per rendere ingovernabile il Paese ed inattivare le forze sovraniste anti-sistema vincitrici alle elezioni. Il “Rosatellum”, omette di dire Renzie, è stato studiato a tavolino per bloccare il Paese Italia. Per questo motivo, il plagio delle masse continua ininterrotto allo scopo di dimostrare al popolo italiano che forse ha sbagliato tutto, anche ad esprimere il proprio sacrosanto libero suffragio… e che forse sarebbe meglio ritornare al proprio rassicurante ovile! Rientrando pedissequamente in obsoleti schemi, fatti di ipotetiche, banali e forvianti pseudo-politiche costruite su falsi scontri tra una sinistra post-comunista ed una destra post-fascista che non si riconoscono più e spesso si scambiano d’abito nella confusione post-ideologica che regna sovrana. Sono entrambe svuotate di significati ed ideologie, oltre che prive di una qualsiasi spinta ideativa, ridotte a pescare opportunisticamente nel proprio passato al fine di ricostruirsi un’identità presentabile agli elettori per inseguire il consenso. Il consenso, fino a quando si andrà a votare, rimane l’unico fine perseguito da questa classe politica di zombie divenuta Casta. Lo prova il fatto stesso che, destra e sinistra, sono entrambe pronte a qualsiasi inciucio di sorta e patto del nazareno del momento, pur di mantenere il potere ed i privilegi di Casta. Una sinistra “apparentata che difende le banche” si identifica con la grande finanza, privata della benché minima rivendicazione sociale, che contrasta, snobba ridicolizzando i sindacati, che ripudia la lotta di classe e fa del jobs act il proprio vessillo, scippandolo inspiegabilmente alla sua presunta controparte, si può ancora definire sinistra?! Una destra che fa leva sulla xenofobia, sulla paura e su di un “egoistico qualunquismo”, che basa il proprio consenso raccogliendolo impropriamente anche nella disperazione del nuovo proletariato rimasto orfano della sinistra, tra i nuovi poveri in aumento, barcamenandosi tra un mascherato populismo di ritorno e l’ammirazione incondizionata nei confronti di un leader multimiliardario ultraottantenne plurindagato, può solo risultare anacronistica oltre che priva di un futuro condivisibile! Del Renzismo nato in seno al PD è chiaro il totale fallimento del progetto da cui era nato. Da partito che doveva essere l’incontro proficuo di diverse culture e storie politiche a partito di sinistra radical-chic, laicista, inserito a pieno titolo nel PSE, con grandissima attenzione ai cosiddetti diritti e scarsissima attenzione al sociale, elitario e non popolare… Dopo l’intervento di ieri sera di Renzi da Fazio è chiaro che ha completato il suo ciclo ed è diventato, come nella tradizione del peggior berlusconismo forzitaliota, un partito personale con tanto di nani e ballerine adulanti, senza alcun futuro se non quello di ripetere gli slogan del capo… e come diceva il Gargamella (Pier Luigi Bersani) ex leader PD sopraffatto dal nuovo leader-bullo Renzie: “Stiamo ancora a pettinare le bambole!” La retorica contenutistica renziana in un sistema politico fondato sulla presa per i fondelli dell’elettorato, risuona maggiormente ipocrita, specie in bocca a chi nel recente passato ha fatto governi con cronici menefreghisti tematici quali Silvio Berlusconi e Denis Verdini. Renzi è incapace di apportare un qualsiasi contributo al dibattito pubblico e favorire il superamento dell’attuale stallo. Un solo aspetto tiene ancora in gioco l’avvizzito quarantenne di Rignano sull’Arno: la rendita di posizione derivante dall’aver avvelenato i pozzi del dibattito interno al Partito democratico, operazione realizzata intasando di yes-man e yes-woman gli organigrammi del partito. Ma Renzi vuole proseguire nell’opera devastatrice minando il quadro politico esterno; osteggiando le ipotesi che potrebbero determinare un minimo di governabilità nel nostro sistema politico, a fronte di un vero e proprio deragliamento in atto dell’intero quadro economico e sociale.

Il Ritorno dei morti viventi, tra il dialettale e l’orrido, la molto annunciata e non particolarmente attesa rentrée