Print Friendly, PDF & Email
Print Friendly, PDF & Email

Aggiunto da il 2015-03-23

GENOVA: La Procura di Genova ha chiuso le indagini per la vicenda che vedeva coinvolto il padre del premier, Tiziano Renzi, accusato di bancarotta fraudolenta ed ha chiesto l’archiviazione. Il gip deciderà se accoglierla o meno. L’indagine era nata dopo il fallimento della società Chil Post srl, che distribuiva giornali e volantini.
Il curatore fallimentare avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d’impresa e uscite di denaro non giustificate: per questo aveva trasmesso la relazione alla Procura della Repubblica. Per gli altri due amministratori subentrati nella gestione societaria nel 2010, Antonello Gabelli e Mariano Massone sono state chiuse le indagini e l’accusa è di bancarotta fraudolenta.
Secondo l’ipotesi accusatoria iniziale Tiziano Renzi, prima di dichiarare il fallimento della sua società con debiti per un milione e 300mila euro, nel novembre 2013 l’avrebbe spogliata del ramo sano cedendo i beni disponibili alla Eventi6, azienda di proprietà della moglie Laura Bovoli. A insospettire i pm fu il prezzo di vendita da marito a moglie, che sarebbe stato di poco più di 3mila euro. Per gli inquirenti, Tiziano Renzi negli anni in cui era amministratore avrebbe gestito correttamente la società madre e non avrebbe contribuito al fallimento.

Tiziano Renzi indagato per bancarotta fraudolenta

Tiziano Renzi indagato per bancarotta fraudolenta

Ma “qualcuno di famiglia” tempo fa aveva già probabilmente preparato una soluzione “ad personam”, per chi ha la memoria corta pubblichiamo a tal proposito, un articolo dell’avvocato Guglielmo Mossuto:
NIENTE PIU’ PROCESSI PER I “REATI MINORI” (EVVIVA LA REPUBBLICA DEI LADRI)
Si prospetta all’orizzonte una piccola rivoluzione giudiziaria
Il Governo alla fine di novembre scorso ha approvato un decreto legislativo, in attuazione della delega contenuta nella legge n. 67/2014, che stabilisce la possibilità di archiviare i reati minori, senza passare dal processo, qualora presentino due caratteristiche:

- la particolare tenuità dell’offesa procurata

- la non abitualità della condotta criminale

In tali ipotesi il giudice adito potrà archiviare i procedimenti penali per irrilevanza del fatto. L’archiviazione non sarà comunque automatica, ma sempre rimessa alla prudente discrezionalità del magistrato; egli dovrà infatti valutare, se nella circostanza concreta, il reato possa effettivamente presentarsi di tenue entità e se il reo non possa considerarsi un delinquente abituale.

A quali reati si applicherà?

La schiera dei reati che risentiranno della suddetta novità legislativa risulterà decisamente ampia in quanto l’archiviazione, potrà essere disposta dal giudice, per tutte le fattispecie criminali che prevedono un massimo della pena edittale non superiore ai 5 anni, eventualmente accompagnata anche da sanzione pecuniaria.

Vediamo in concreto quali reati potrebbero essere archiviati:

- il furto semplice, ad esempio un pensionato o un disoccupato “pizzicati” a rubare generi alimentari di modico valore in un supermercato, potrebbero giovarsi della suddetta archiviazione, sempre che si tratti di un comportamento isolato e non di una incresciosa abitudine;

- l’appropriazione indebita;

- la truffa;

- la lesione personale semplice;

- l’omicidio colposo semplice;

- l’omissione di soccorso;

- alcuni reati societari, come ad esempio il falso in bilancio;

- la banca rotta semplice (ma non anche quella fraudolenta);

- il danneggiamento;

- la violazione di domicilio;

- forme lievi di peculato e di abuso d’ufficio;

- il rifiuto di atti d’ufficio;

In presenza dei suddetti reati bagatellari, qualora ricorrano le condizione già esposte, il magistrato potrà decidere di archiviare immediatamente la posizione dell’indagato senza alcun tipo di procedimento penale a suo carico. Quest’ultimo potrà comunque opporsi alla richiesta di archiviazione, qualora sia interessato ad andare avanti nel processo penale, al fine di dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati ed ottenere pertanto un’assoluzione con formula piena.

Come viene tutelata la vittima del reato

L’archiviazione del reato non impedisce alla vittima di agire quantomeno in via civile per ottenere il risarcimento del danno subito. La vittima del furto, della truffa, o della lesione personale potrà comunque attivarsi per far valere le sue ragione nel procedimento civile di risarcimento del danno. Egli potrà inoltre opporsi alla richiesta d’archiviazione del reato penale: la decisione definitiva spetterà comunque al giudice che dovrà bilanciare con attenzione gli interessi dell’indagato e quelli della persona offesa (oltre alle esigenze di economia processuale).

Il notevole alleggerimento del carico giudiziario

Lo scopo principale della riforma è indubbiamente quello di smaltire, almeno in parte, l’enorme carico giudiziario che grava attualmente sui giudici italiani e che comporta un’insostenibile lunghezza dei processi penali (e non solo) oltre ad un elevato numero di reati caduti in prescrizione. Con l’entrata in vigore della nuova disciplina, si eviterà di instaurare un procedimento penale in presenza di fatti occasionali e di scarsa gravità, permettendo in tal modo ai giudici di concentrarsi su processi di maggior rilevanza sociale.

Tuttavia i pericoli legati a questa riforma sono notevoli.
Depenalizzare reati che prevedono condanne fino a 5 anni, come ad esempio l’omicidio colposo, la truffa, l’omissione di soccorso ecc. può essere visto come un incoraggiamento a commettere tali fatti criminali dal momento che si ha un’elevata probabilità di rimanere impuniti. Viene così meno una delle principali finalità della sanzione penale, la funzione deterrente della pena: il rischio concreto è quello che vi sia nel prossimo futuro un aumento esponenziale di questi reati.

Liberamente tratto da una pubblicazione dell’Avvocato Guglielmo Mossuto – Firenze, martedì 2 dicembre 2014

SHOCK: Ecco spiegata la truffa di Tiziano Renzi, padre di Matteo Renzi