L’ambasciatore USA è stato chiamato per chiarimenti sulla diffusione delle notizie che gli Stati Uniti avrebbero intercettato le conversazioni di Berlusconi e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori nel 2011. L’informatore americano di Wikileaks ha rivelato dei documenti riguardanti un incontro piuttosto teso tra il cancelliere tedesco, il presidente francese ed il primo ministro italiano nel 2011. I documenti mostrano anche che la National Security Agency USA, la NSA, ha ascoltato i colloqui tra Berlusconi ed il primo ministro israeliano: Durante le conversazioni Netanyahu chiedeva a Berlusconi di aiutarlo a migliorare le tese relazioni con Washington. Israele sta attraversando un momento delicato nei rapporti diplomatici con Washington dopo l’annuncio della costruzione di 1.600 nuove case nei territori contesi a Gerusalemme Est. Il leader israeliano all’epoca cerca sostegno dai leader di diversi Paesi europei e non e da Berlusconi, stando ai documenti dell’Nsa, ottiene la promessa “di mettere l’Italia a disposizione di Israele, nell’aiutare a rimettere a posto le relazioni di quest’ultima con Washington”.
I documenti trapelati rivelano anche che l’agenzia di spionaggio USA ha raccolto informazioni su una conversazione del 2008 tra la Merkel ed il capo delle Nazioni Unite. Infatti fra i vari leader mondiali finiti nella rete della NSA, ci sarebbe anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. In particolare, sarebbero state registrate le telefonate con Angela Merkel in cui si parlava degli sforzi messi in atto dalla Germania nella lotta ai cambiamenti climatici, sforzi per i quali Ban avrebbe particolarmente elogiato la cancelliera.
La National Security Agency, l’agenzia per la sicurezza Usa, finita nello scandalo Datagate, rivelato da Wikileaks, avrebbe spiato anche Silvio Berlusconi e il suo entourage. “L’Espresso” ha pubblicato i file rilasciati dall’organizzazione di Assange. Le intercettazioni si riferirebbero ai periodo della caduta del governo nel 2011. Fi rilancia la tesi del complotto. Brunetta chiede una “commissione d’inchiesta”. Si muove la Farnesina.
“Come abbiamo detto in precedenza, non conduciamo alcuna attività di sorveglianza d’intelligence all’estero se non per motivi validi e specifici di sicurezza nazionale”. Lo dice Mark Toner, vice portavoce del dipartimento di Stato, commentando il flusso di file Wikileaks da cui è emerso che l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e i suoi stretti collaboratori sono stati spiati dalla National Security Agency americana tra il 2008 e il 2011. Secondo Toner, quella regola “vale per cittadini ordinari e leader mondiali”. Secondo Toner, il presidente americano Barack Obama “ha chiarito che, a meno che ci sia un motivo convincente di sicurezza nazionale – non monitoreremo le comunicazioni di capi di Stato e di governo dei nostri amici e alleati stretti”. Stando ai documenti resi pubblici, la NSA, nei giorni neri che portarono alla crisi del governo Berlusconi, seguì “in diretta” le varie fasi attraverso i telefoni dell’allora premier e dei suoi più stretti collaboratori.
Martin Schulz: “Fatto grave se gli Usa spiavano Berlusconi” – “Non è giusto che Paesi alleati si intercettino a vicenda. Se è vero, e io credo che lo sia, che i servizi segreti americani hanno ascoltato leader europei come Merkel, Sarkozy e Berlusconi è un fatto molto grave. Le conversazioni dei leader europei rappresentano un rischio per la sicurezza americana? È ridicolo sostenerlo. L’Europa dovrebbe rispondere in maniera diversa agli americani, perché poi non ci si può meravigliare se gli Stati europei restano scettici davanti all’idea di condividere dei dati sensibili con l’intelligence americana”
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Valentino Valentini il consigliere di Berlusconi, 49 anni, parlamentare dal 2001, parla inglese, francese, russo. tedesco, spagnolo e olandese