Berlusconi a Bari: “Governo di larga maggioranza stabile o voto a giugno”
“Siete in tanti, un vero fiume della libertà, credo che non ci sia bisogno di fare nessun discorso, mi commuovete…”. Quando sale sul palco a Bari per il secondo comizio post-voto dopo quello di piazza del Popolo, le prime parole di Silvio Berlusconi sono per il suo popolo azzurro. Qualche minuto dopo, tra cori da stadio (“Chi non salta Bersani è”, “Silvio, Silvio”) e striscioni tutti per lui (“Sei mitico, te li mangi tutti”) il Cavaliere mette subito in puntini sulle ‘i’ e avverte Pierluigi Bersani: “capiamoci una volta per tutte, o c’è subito un governo forte e stabile per l’Italia o è meglio ridare subito la parola agli italiani votando a giugno”. Il progetto di Berlusconi – La strategia del Cav punta a fare l’en plein in due mosse. Forte dei sondaggi che lo danno al 34% (“ben quattro punti percentuali sopra la sinistra”), vuol portare a casa prima un accordo sul presidente della Repubblica: “basta che non sia ostile e garantisca quella ‘pax giudiziaria’ che rassereni il clima in vista delle prossime incombenze processuali, caso Ruby e diritti Mediaset in testa, dicono a palazzo Grazioli. Per poi sedersi di nuovo al tavolo delle trattative per un governo di larghe intese forte e duraturo con un programma chiaro, non certo quello messo a punto dai ‘saggi’ di Giorgio Napolitano che avrebbe lasciato molto perplesso il leader azzurro. Berlusconi: “Grillini dilettanti della politica” – Parole che suonano come un vero e proprio ultimatum, seguito dall’annuncio: “Se ci saranno elezioni, io mi candiderò a leader della coalizione della libertà e presidente del Consiglio, non posso sottrarmi”. Galvanizzato dalla gente (ad ascoltarlo, secondo gli organizzatori, ci sono 150mila persone), il leader azzurro si sente già in campagna elettorale (“Questo di Bari potrebbe essere il primo comizio”) e sfida il segretario PD: “Non c’è più tempo da perdere, la crisi incombe, forse ci sarà una nuova manovra economica, smettila di inseguire i grillini”, che sono “una banda di dilettanti allo sbaraglio”.
Ironie su Bersani e Crozza – Durante l’intervento a Bari (durato poco più di un’ora, come successo in piazza del Popolo il 23 marzo scorso) Berlusconi chiama in causa più volte Bersani per richiamarlo alle sue responsabilità: “Caro Pierluigi, vuoi i nostri voti ma non vuoi un governo con noi, allora io gli dico: noi siamo moderati ma non abbiamo l’anello al naso, non stiamo mica a pettinare le bambole…”. E ancora: “Sono passati circa 50 giorni dal voto del 24-25 febbraio e non abbiamo ancora un governo, vi sembra possibile che in una crisi così possiamo concederci questa assurda paralisi? Caro Bersani, le strade sono due: o accettate di dialogare con noi, e dunque scegliamo un capo dello Stato e formiamo un nuovo governo”, oppure “l’interesse del Paese e la gravità della situazione impongono che si torni subito alle urne, il paese non può più aspettare”. Il Cavaliere ironizza su Bersani per le sue metafore: “Non capisco se è lui che scrive i testi di Crozza o viceversa…”. Poi attacca Nichi Vendola: “Non si capisce niente quando parla… Nichi ci può insegnare come fare bene l’imputato: con i magistrati che lo giudicheranno lui ci va amichevolmente a pranzo”, sottolinea riferendosi alle foto pubblicate da ‘Panorama’.
L’attacco alla magistratura – Da qui l’ennesimo affondo a quei “PM che usano la giustizia per fini politici” con l’esempio della sua storia personale: “Chiunque può finire nel tritacarne giudiziario”.” La persecuzione giudiziaria – avverte – ha già di fatto pesantemente condizionato la vita politica del Paese e può mettere il pericolo anche il governo”. Berlusconi rivendica con orgoglio di aver fermato “la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, ma abbiamo fermato anche D’Alema, poi Prodi la melassa di Rutelli e Veltroni. Ora stiamo fermando Bersani”. “I sondaggi – assicura – ci danno al 34%, potremmo vincere anche alla Camera se si andasse alle elezioni”. Prima di lasciare il palco il Cavaliere lancia baci ai suoi sostenitori (“vi voglio bene e mi auguro che continuiate a volermi bene anche voi”) e chiude rievocando il suo vecchio amore, Forza Italia: “Viva la libertà, viva l’Italia, viva Forza Italia”.
Falco Brianzolo