L’elevato utilizzo di alcuni farmaci comuni potrebbe aumentare il rischio di sviluppare forme di demenza, tra cui il morbo d’Alzheimer. Almeno questo e’ quanto emerso da uno studio americano pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine. I ricercatori hanno trovato che l’assunzione di dosi alte o prolungate di questi farmaci puo’ avere effetti anticolinergici. Fra i farmaci individuati ci sarebbe la difenidramina, un antistaminico con diverse indicazioni terapeutiche. Per arrivare a questi risultati i ricercatori hanno coinvolto nello studio quasi 3.500 partecipanti seguiti per piu’ di 7 anni. I dati di utilizzo dei farmaci sono stati raccolti tramite registri di farmacia, compresi i prodotti acquistabili senza prescrizione medica.
“Gli anziani – ha detto Shelly Gray, autrice dello studio – devono essere consapevoli che molti farmaci, tra cui alcuni disponibili senza prescrizione medica come prodotti da banco venduti in qualita’ di rimedi per dormire, hanno forti effetti anticolinergici. E dovrebbero riferirne l’uso ai loro medici”. Identificare i fattori di rischio per il declino cognitivo potrebbe condurre i ricercatori ad una migliore comprensione di eventuali interventi clinici mirati a ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.
La riduzione delle attività fisiche, mentali e sociali, insieme alla presenza di patologie come ipertensione arteriosa, diabete mellito e iperlipidemia sono stati identificati come fattori di rischio potenzialmente modificabili per il deterioramento cognitivo e l’incidenza di demenza come appunto la malattia di Alzheimer (2). L’utilizzo di farmaci anticolinergici è stato associato con un danno cognitivo acuto ed una revisione sistematica pubblicata recentemente (3) sull’associazione tra farmaci anticolinergici e funzione cognitiva ha individuato una stretta correlazione tra disturbo cognitivo acuto e la potenza anticolinergica dei farmaci misurata su dosaggi sierici o attraverso una opinione consensuale. Tuttavia, la revisione non ha individuato un numero sufficiente di studi che avessero valutato gli effetti degli anticolinergici nel lungo termine (3).
Pertanto, sono stati esaminati i dati di uno studio osservazionale in corso (Medical Research Council Cognitive Function and Ageing Study, MRC CFAS) al fine di supportare o confutare l’ipotesi che l’uso di farmaci con attività anticolinergica possibile e certa aumenti il rischio di deterioramento cognitivo e la mortalità nelle persone anziane e per stabilire se vi sia un effetto cumulativo.
Un nuovo studio suggerisce che le benzodiazepine ampiamente utilizzate insieme ai farmaci per l’ansia e l’insonnia aumentano il rischio d’insorgenza di malattia di Alzheimer.
I ricercatori provenienti da Francia e Canada analizzando migliaia di persone di età superiore ai 65 dal Canada, hanno scoperto che coloro che avevano utilizzato i farmaci, avevano circa il 50 per cento in più di probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto a quelli che non avevano utilizzato gli stessi farmaci.
Anche se lo studio non ha fornito una causa precisa, il rischio di demenza aumenta quanto più le persone hanno preso i farmaci.
I ricercatori hanno avvertito che tali trattamenti non devono essere utilizzati per più di tre mesi.
il 2015-02-04