Ma il procuratore di Arezzo non lo dice alla Commissione Parlamentare sulle banche
La commissione parlamentare che indaga sugli scandali bancari sta svolgendo diverse audizioni. In una di queste è stato chiamato il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi. Che ha omesso di riferire una cosa importante: Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio ed ex vicepresidente di Banca Etruria, è coinvolto in un nuovo filone di indagine e per questo è stato iscritto nel registro degli indagati per falso in prospetto. Di cosa si sta parlando? Le indagini della procura cercano di fare luce sul prospetto redatto dalla banca per l’emissione delle obbligazioni subordinate, dalla cui vendita è derivato lo scandalo. L’operazione era stata decisa dai manager della banca per provare ad aggiustare i conti della banca, dopo che i soci avevano scelto di non sottoscrivere l’aumento di capitale. Nel prospetto informativo non sarebbero stati indicati i rischi per gli investitori, come previsto dalla legge. A segnalarlo alla procura è stata la Consob, che poi ha notificato multe per oltre due milioni di euro agli amministratori dell’istituto di credito. A papà Boschi sono stati chiesti 30mila euro. Come ha scritto La Verità i magistrati hanno chiesto una proroga per andare avanti con le indagini. Ma il procuratore non ha detto nulla in Commissione. Ora rischia il deferimento al CSM. Lui si difende così: Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso. Ad accendere la scintilla, le stesse dichiarazioni del procuratore di Arezzo Roberto Rossi durante l’audizione alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche.
Nella sua deposizione, Rossi ha sostenuto che fu la Banca d’Italia “in seguito a una serie di ispezioni” e dopo aver avanzato soluzioni “per risolvere una situazione deteriorata” a proporre il commissariamento per Banca Etruria nel febbraio del 2015.
Nella vicenda di Banca Etruria, ha detto ancora Rossi, “Banca d’Italia e la Consob in casi documentati, hanno assunto atteggiamenti contrastanti e divergenti”.
“Ma – ha precisato – non voglio esprimere giudizi, il mio auspicio è che quando le attività di due autorità si incrociano, anche se con finalità diverse, operino congiuntamente per non giungere a decisioni difformi”.
Quanto alla questione Boschi, Rossi ha di fatto “scagionato” il padre della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi ed ex vicepresidente dell’istituto, sottolineando che il non rinvio a giudizio per Boschi padre “non è un caso singolo”.
“Inoltre – ha aggiunto Rossi - l’ex vicepresidente di Banca Etruria non ha mai partecipato a delibere per finanziamenti che fondano il reato di bancarotta”.
Lapidario il presidente del Pd Matteo Orfini: “Emerge la vera responsabilità che è di Banca d’Italia e si sgretola il castello di sciocchezze”.
“La Commissione d’inchiesta sta dimostrando che la battaglia del Pd era giusta, era basata su dati di fatto” – ha commentato invece il segretario Renzi.
“Su Bankitalia nessuna polemica, siamo stanchi di prendere fango – aggiunge – non sono euforico, ma il tempo è galantuomo. E il Pd esce a testa alta”.
“La vicenda – spiega ancora Renzi – dimostra che la discussione sui media su chissà quale pasticcio sulle banche era sfasata. La vicenda Boschi è stata un gigantesco alibi per non parlare di chi ha avuto problemi seri. La mancata vigilanza era emersa già su Ferrara, e ora anche su altre”.
I Cinque stelle avvertono: “Il Pd non si sogni di scaricare tutte le responsabilità su via Nazionale. Sono surreali le esultanze dei renziani in queste ore”.
Immediatamente riesplode la polemica politica. Scrive in una nota il senatore del M5S Carlo Martelli:
”Dopo l’esultanza dei giorni scorsi oggi dal Pd assistiamo a un silenzio assordante rispetto alle nuove rivelazioni da parte della stampa, relative al procuratore di Arezzo e all’avviso di garanzia nei confronti di Pier Luigi Boschi. Per quanto i renziani cerchino di gettare fumo negli occhi, è evidente a tutti che ci sono aspetti relativi alla vicenda dell’istituto di credito toscano che non tornano e che lambiscono molto da vicino il partito di Renzi e il suo entourage”
Danilo Toninelli (M5S) su Twitter rincara la dose: “Su Banca Etruria continuano ad emergere episodi inquietanti. Vogliamo giustizia per i risparmiatori e ancora aspettiamo le querele della Boschi a DeBortoli.”
Il Pd prova a difendersi accusando chi punta il dito contro i democratici di fare confusione. Franco Vazio, parlamentare pd e componente della Commissione d’inchiesta sulle banche, lo spiega così:
“L’insistenza di fare confusione su Banca Etruria nasconde l’obiettivo di non parlare dei veri problemi delle Banche. I 5 Stelle sono incompetenti e non conoscono regole e leggi. Il pm Rossi in Commissione ha descritto i fatti, i documenti e le ragioni per le quali non è stato chiesto il rinvio a giudizio di Boschi per bancarotta. Rossi ha anche spiegato il perché: i crediti deteriorati che sono alla base del crack di Banca Etruria sono datati 2007/2010 quando Boschi non era nel suo cda e perché Boschi non mai ha dato il via libera all’erogazione di crediti deteriorati, che poi non sono stati rimborsati. Su questo è stato audito il pm Rossi in Commissione Banche. Ai 5 stelle interessa solo la famiglia Boschi. A noi interessano le famiglie italiane. Noi non facciamo polemiche, pretendiamo la verità. I risparmiatori hanno bisogno solo di questo!”
Fonti ANSA