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Aggiunto da il 2015-10-20

E’ stata presentata nella legge di Stabilità la norma che alza il tetto all’uso del contante: da mille a 3 mila euro. Lo scopo, dice il premier Renzi, è sostenere i consumi, ma da più parti si lancia l’allarme sull’aumento dell’evasione fiscale. Abbiamo voluto verificare la reazione dei commercianti (con telecamera nascosta), proponendo acquisti con banconote per importi superiori ai mille euro. Ecco le risposte dei negozianti nel video di RepubblicaTv

Tetto contanti innalzato: sbagliato!

Cantone: “Innalzarlo a 3mila euro
Una scelta sbagliatissima”

di F. Q. | 18 ottobre 2015

Non c’entra solo la politica.
Non c’entra solo la minoranza del Pd.

Ora anche Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, si schiera contro l’intenzione del governo di innalzare il tetto per l’uso del contante fino a 3mila euro.
Cantone l’ha definita una “scelta sbagliatissima” durante un’intervista alla Repubblica delle idee, in corso a Pescara. “Sono contrario, e l’ho detto in altra occasione, all’innalzamento a 3mila euro della soglia per l’uso del contante. Così come la riduzione a 500 euro non ha eliminato l’evasione fiscale.
Sono pannicelli caldi. Così non si fa lotta all’evasione, c’è bisogno di stabilità normativa”.
Il problema, precisa il magistrato, non è tanto l’aumento in sé della cifra che fa da soglia,
quanto le scelte di orientamento diverso prese dai governi a breve distanza l’una dall’altra.
“Non credo – aggiunge Cantone – che l’aumento sia di per sé sbagliato, è l’essere arrivati a 500 e risalire a 3mila che dà l’impressione che purché si spenda, va bene. La questione è che ogni anno le norme vengono sistematicamente cambiate, ma non si può fare questo solo per risolvere problemi di bilancio”.
In definitiva, spiega il giudice,“la lotta all’evasione ha bisogno di una stabilità normativa, di scelte chiare e continue, non di sali e scendi”.
Quanto alla corruzione Cantone spiega che è stato “il sistema post Tangentopoli” a portare “una serie di norme
che hanno finito per favorire la corruzione: la modifica del falso in bilancio, dei reati fiscali, della prescrizione. Siamo l’unico Paese che ha cambiato la prescrizione della corruzione e nessuno ha avuto
nulla da dire”.
Tra gli errori della classe politica negli ultimi 20 anni, tuttavia, Cantone indica però anche la riforma
del Titolo V della Costituzione, la cosiddetta devolution.
La definisce “la riforma in assoluto la più criminogena” perché, dice, “ha spostato la capacità di spesa
ed i meccanismi di controllo. La riforma del 2000 ha creato centri di spesa che si sono sovrapposti a quelli centrali”.
Sulla corruzione “il disastro vero è nelle società pubbliche. Lo dimostra un’azienda come l’ATAC che ha assunto
600 persone senza alcun concorso“.
Ma Cantone spiega che la battaglia non è perduta e che anche gli arresti di questi giorni in Lombardia, per gli appalti del Giubileo ed anche il caso Atac, dimostrano che gli anticorpi ci sono:
“Certo è una battaglia trasversale che coinvolge magistratura, politica, macchina amministrativa.
Ma c’è una parte del Paese che vuole reagire. Credo che una situazione come quelle dell’Atac,
sulla quale attendiamo chiarificazioni, non sia unica perché penso che molte società pubbliche abbiano lavorato con questi metodi. Metodi che non sono solo di tipo corruttivo, ma caratterizzati da un mancato rispetto
delle regole”.

di F. Q. | 18 ottobre 2015

Cantone il presidente dell'Autorità anticorruzione: "Sono contrario perché ogni anno le norme vengono cambiate, mentre la lotta all'evasione ha bisogno di una stabilità normativa, di scelte chiare e continue, non di sali e scendi". E attacca leggi e riforme (non solo di destra) che hanno favorito il fenomeno delle tangenti

Cantone il presidente dell’Autorità anticorruzione: “Sono contrario perché ogni anno le norme vengono cambiate, mentre la lotta all’evasione ha bisogno di una stabilità normativa, di scelte chiare e continue, non di sali e scendi”. E attacca leggi e riforme (non solo di destra) che hanno favorito il fenomeno delle tangenti

Tetto contanti 3mila euro: un regalo anche agli evasori della Terra dei Fuochi

di Antonio Marfella
Tossicologo oncologo,
Componente Osservatorio Ambientale indipendente di Acerra

18 ottobre 2015

Della schizofrenia che invade il mondo che mi circonda non mi meraviglia più nulla, ma sto malissimo ogni volta
che la follia della politica di una (ex democrazia)come quella oggi vigente in Italia ci fa compiere i soliti
due passi indietro appena riusciamo a farne uno in avanti.
La legge di Stabilità da un lato stanzia 450 milioni di euro per smaltire sei milioni di ecoballe a composizione
sostanzialmente sconosciuta in tempi rapidi e questo è certamente un importante passo in avanti, ma come può un tecnico come me (che conosce bene i meccanismi patogenetici veri della Terra dei Fuochi che non sono certo
i rifiuti urbani ma i rifiuti prodotti in regime di evasione fiscale) a non comprendere quale eccezionale
regalo sia stato fatto a compensazione ai nostri assassini di ogni giorno consentendo la libera circolazione
del contante sino a tremila euro?
Terra dei Fuochi è quello specifico sistema di produzione e smaltimento industriale dove una miriade di retribuiti malviventi girano per le case dei nostri concittadini più poveri inducendoli a lavorare in casa
“a nero” , da schiavi, per una paga che non supera i 25 euro giornalieri, cash e contanti, per poi raccogliere gli scarti a fine giornata, sovrapporli ai rifiuti urbani e affidarne infine trasporto e conseguente smaltimento
con roghi tossici ad altri disgraziati, pagati sempre dai 10 ai 25 euro al giorno, cash e a nero.
Pertanto, se esisteva un minimo di difficoltà a girare e pagare cash con un tetto massimo di mille euro,
utili a retribuire non più di 40 schiavi per volta, adesso con libera circolazione di contante sino a tremila euro, i nostri camorristi potranno liberamente pagare non meno di 120 schiavi al giorno.
Considerato che a nero ogni schiavo può produrre non meno di 50 borse o paia di scarpe al giorno
e che per ogni kg di scarpa o borsa abbiamo non meno di mezzo kg di scarto da smaltire a nero illegalmente
in Terra dei Fuochi, ne consegue matematicamente che adesso i nostri camorristi hanno la tranquilla
possibilità di indurre lo smaltimento illegale di non meno di tre tonnellate di scarti di lavorazione al giorno
grazie ai 3mila euro cash disponibili a circolare in nero, per ciascun camorrista.
Tecnici come me, sostenuti da profeti potenti come Padre Maurizio Patriciello, si stanno letteralmente consumando la vita ogni giorno per fare comprendere a tutti che combattere la micro evasione fiscale significa stroncare la micro criminalità produttiva che genera la invincibile Terra dei Fuochi.
Ci stiamo ammazzando per cercare di ottenere la tracciabilità non solo del denaro ma soprattutto dei manufatti,
specie scarpe e borse, tracciabilità dei manufatti e dei tir che proprio non si vuole in alcun modo fare, neanche a tutela dei marchi.
Per ogni successo che otteniamo, per ogni passo avanti che riusciamo a compiere, rimettendoci salute e vite intere, questo Stato di lobbisti ci fa compiere due passi indietro.
Il problema dei tremila euro in contanti non consiste nella tracciabilità dei soldi evasi, ma è la essenziale premessa per la non tracciabilità del lavoro in schiavitù che genera, specie nelle zone a maggiore controllo
da parte della malavita organizzata, come appunto Terra dei Fuochi e la Campania.
Quando si parla di evasione fiscale, io non penso mai agli scontrini non fatti, penso alle oltre centomila tonnellate al giorno di manufatti prodotti a nero ogni giorno in Italia, specie in Campania, pagati cash e smaltiti illegalmente a nero a danno della salute di tutti.
Grazie, Renzi, per i 450 milioni che certamente sei stato costretto a ricambiare con i trenta denari, pardon,
tremila euro in contanti con i quali ancora una volta noi campani siamo stati svenduti ai camorristi.
E non solo i soldi ma soprattutto le scarpe e le borse continueranno a non essere tracciati, al contrario delle pummarole e delle bufale, vittime e non certo causa dello smaltimento illegale dei manufatti prodotti in regime di evasione fiscale.
Per alleviare il mio dolore leggo sempre “Invictus”, “invitto”, “mai sconfitto”.
E’ una poesia scritta dal poeta inglese William Ernest Henley.
Quella poesia che Nelson Mandela utilizzava per alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid.
Ecco il testo tradotto:

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto
sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.
Finché avrò un briciolo di vita e di salute,
combatterò questo Stato schizofrenico
e lobbista che sta distruggendo se stesso.

di Antonio Marfella
18 ottobre 2015