Entra in vigore oggi la legge che introduce il divorzio breve in Italia. Quando le separazioni sono consensuali e non ci sono particolari difficoltà, si potrebbe sciogliere il matrimonio in otto-nove mesi. Ma i tempi potrebbero allungarsi invece per le separazioni giudiziali: il termine di 12 mesi per proporre il divorzio dall’inizio della separazione, conoscendo i tempi della giustizia italiana, potrebbe essere assolutamente ottimistico.
Dunque non saranno più necessari tre anni per dirsi addio, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo 6 mesi, se la separazione è consensuale, o al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice. E le nuove procedure possono valere anche per chi ha una causa di divorzio già in corso.
Rischio ingolfamento – Secondo alcune stime, sarebbero circa 200mila i procedimenti pendenti che potrebbero dunque approfittare di regole più veloci. L’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, commenta con entusiasmo l’entrata in vigore delle nuove regole sul divorzio. “Quando le separazioni sono consensuali e non ci sono particolari difficoltà – spiega Gassani – in teoria si potrebbe sciogliere il matrimonio in otto-nove mesi. Restano invece le criticità di sempre per le separazioni giudiziali: il termine di 12 mesi per proporre il divorzio dall’inizio della separazione è assolutamente ottimistico, conoscendo i tempi della giustizia italiana. Pertanto nelle procedure contenziose l’attesa resterà lunga, considerato che per chiedere il divorzio bisogna definire con sentenza la separazione”.
Si prevede un notevole numero di procedure di divorzio nei vari tribunali d’Italia perché la legge è retroattiva e riguarda almeno 300mila coppie di separati. Si calcola approssimativamente che almeno 50mila coppie chiederanno il divorzio nei mesi di giugno e luglio prossimi”, conclude il presidente dell’Ami.
ECCO COSA PREVEDE IL TESTO
Finora lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Novita’, poi, sulla comunione dei beni che si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.Infine c’e’ l’applicazione immediata: il divorzio breve sara’ operativo anche per i procedimenti in corso. Non e’ stato affatto facile arrivare a questo punto. E pensare che nel 1800 il Codice di Napoleone gia’ consentiva di sciogliere i matrimoni civili, (ma serviva il consenso dei genitori e dei nonni). Ma con l’Italia unita, il divorzio rimase un tabu’: Nel 1902 non fu approvata una direttiva del governo Zanardelli che prevedeva il divorzio solo in caso di adulterio, lesioni al coniuge, condanne gravi. Bisogna cosi’ arrivare alla seconda meta’ degli anni Sessanta per l’avvio della battaglia in nome del divorzio: con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la Lega italiana per l’istituzione del divorzio. cosi’ si arriva alla svolta, al dicembre 1970 quando radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge; contrari la Dc e il Msi. Ma anche allora la strada fu tortuosa. L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese il referendum: il 12 maggio 1974, l’87,7% degli italiani ando’ al voto per scegliere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini; grazie a quasi il 60% dei no, resto’ in vigore. Arriva, poi, la prima forma di divorzio breve, con la riforma nel 1987 e con i tempi del divorzio che passano dai 5 ai 3 anni. Oggi l’ulteriore grande passo, in attesa del divorzio immediato, stralciato dal Ddl, e del riconoscimento degli altri diritti civili che l’Italia ancora aspetta.