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Aggiunto da il 2015-02-14

ospedale di Catania

«Avremmo dovuto organizzare una festa, invece stiamo per organizzare un funerale: dovevamo uscire in tre dalla casa di cura, invece usciranno in due», ha detto oggi il nonno di Nicole, entrando nella clinica Gibiino di Catania per fare visita alla mamma della piccola. Sulla vicenda, il nonno di Nicole ribadisce che «la nostra famiglia non accusa alcuno, ma vogliamo soltanto chiarezza, verità e giustizia». «Ci affidiamo – aggiunge – alla magistratura, in cui abbiamo piena fiducia».
Tania Laura Egitto, la madre della piccola Nicole, morta in ambulanza per mancanza di posti negli ospedali a Catania, non si dà pace: «Non mi hanno permesso di vederla, di stringerla a me, di accarezzarle la manina e farle sentire che io le ero vicina: me l’hanno portata via senza averle potuto dare il suo primo e ultimo saluto». Poi, il disperato appello alla giustizia: «La nostra bambina non c’è più e non per cause naturali ma per un errore umano, tanti errori umani… quello che dicono i Tg è solo una parte di verità… ma presto si avrà giustizia, presto tutto verrà alla luce e la mia bambina avrà pace».
La donna ha scritto su Facebook: «Piccola mia, tu vivrai per sempre nei nostri cuori, ricorderò ogni piccolo movimento che facevi dentro me fino a poco prima della tua nascita. Eri e sarai per sempre la mia piccola ballerina scatenata. Ti amo, amore di mamma».
Il padre, uno zio e il marito. Non resta sola Tania, nella clinica Gibiino di Catania, dove ha partorito la piccola Nicole.
Passano tra i cronisti che stazionano davanti la struttura nella circonvallazione della città, ma non parlano. È il papà della donna a chiedere «rispetto per famiglia», spiegando che «non è questo il momento di parlare, quando verrà il momento, vi garantiamo lo faremo».

Proseguono intanto le indagini sulla neonata morta per problemi respiratori in ambulanza perché a Catania non c’erano posti letto disponibili. ​Mentre la procura di Catania si appresta ad iscrivere i primi nomi nel registro degli indagati, si registra intanto uno scontro violento tra Regione e ministero della Salute, con il ministro Beatrice Lorenzin che evoca un nuovo commissariamento, il governatore Rosario Crocetta che bolla come «improvvide e ingenerose» le sue parole e l’assessore alla Sanità Lucia Borsellino che, proprio per queste critiche, ha manifestato la volontà di dimettersi.

Sono stati intanto convocati dall’assessore regionale alla Sanità, i direttori generali, i direttori sanitari dei tre ospedali catanesi coinvolti nell’indagine. L’assessore ha convocato anche i responsabili del 118 «per fare luce su quanto è accaduto in quelle ore terribili». Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia, è stata molto dura parlando di «vergogna» senza escludere che «voleranno delle teste». L’assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Lucia Borsellino ha avviato l’attività ispettiva sulla morte della neonata di Catania. “Il mio compito è quello di accertare i fatti sotto il profilo clinico-assistenziale. Oggi abbiamo chiesto i primi documenti”. E alle polemiche replica: “Non si perde occasione per tirare in ballo fatti che non hanno nessuna attinenza con la realtà”. Per Ciro Manzo, responsabile dell’elisoccorso in Sicilia, il viaggio con un elicottero sarebbe durato 20 minuti. “In questo caso non è stato chiesto l’intervento dell’elisoccorso”, ha detto l’Assessore (il Video pubblicato qui sotto è di Giorgio Ruta).

«Cara Lucia non mollare, in queste ore sto ricevendo decine di sollecitazioni affinchè tu possa continuare il grande lavoro che hai fatto e fai per la sanità in Sicilia». È l’appello che il governatore Rosario Crocetta fa alla Borsellino, che ieri ha annunciato le sue dimissioni. «Sono convinto che quando ci incontreremo al mio ritorno da Roma – aggiunge Crocetta – cara Lucia ragioneremo insieme sul percorso da fare per proseguire l’azione di risanamento e di riqualificazione della Sanità siciliana».

«Il caso è complesso e ci vorrà del tempo: bisogna valutare l’origine della patologia, le cure prestate, la richiesta alle strutture specialistiche ed il trasporto», ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, sull’inchiesta per la morte della piccola Nicole.

Il ministro della Sanità ha inviato gli ispettori nei tre ospedali catanesi in cui non c’era posto per soccorrere la neonata. Il capo dello Stato in una telefonata al governatore Crocetta si è detto «incredulo». «Attendo il documento finale degli ispettori», ha affermato Lorenzin, «per assumere le decisioni e le iniziative che competono al ministero e valutare se i livelli essenziali di assistenza siano stati correttamente erogati dalla Regione o se ricorrano elementi per un nuovo commissariamento».

«A pagare saranno in molti e non guarderemo in faccia nessuno, statene certi», ha detto il presidente della Regione siciliana, annunciando anche di «non escludere la sospensione dell’accreditamento della clinica privata» in cui è nata la bambina e «provvedimenti disciplinari». Crocetta invita poi Lorenzin a «rivedere le normative obbligatorie per le cliniche private che devono avere la rianimazione neonatale esattamente come avviene nel pubblico». «Se una struttura privata vuole svolgere l’attività deve avere assolutamente la rianimazione per evitare che possano accadere nuovamente fatti del genere».

«E’ allucinante quello che è accaduto, ma anche il comportamento che hanno avuto diversi ospedali che non hanno ricoverato la bambina con problemi respiratori – ha continuato Crocetta -. Questa è un’omissione grave. Chiunque ha sbagliato deve pagare. Mi risulta che non sia stato allertato neanche il 118. Tutto questo è assurdo. Ma ribadisco anche che va rivista la normativa italiana che obbliga le strutture private ad avere la rianimazione»