Nel video qui sopra l’arresto di Carminati ad opera dei Carabinieri del ROS. L’ex estremista dei Nar Massimo Carminati è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo (Udine). Assieme a lui sono stati trasferirti gran parte degli arrestati nell’inchiesta Mafia Capitale che si trovavano a Rebibbia. La decisione si è resa necessaria per una questione di “incompatibilità ambientale”.
Dal 2 dicembre scorso i carabinieri del ROS sono impegnati ad eseguire decine di mandati di arresto e di perquisizione negli uffici della Regione, del comune di Roma, di alcune municipalizzate e delle cooperative che si occupano dei centri di accoglienza per immigrati. SI tratta dell’esito – non finale – di una grande operazione antimafia significativamente indicata con il nome di “MONDO DI MEZZO” volta a colpire le infiltrazioni mafiose nella Capitale, arrivate a livelli pericolosisimi. Figura di spicco di questo gruppo dedito ad aggiudicarsi, con metodi molto spicci, appalti,all’estorsione, all’usura e al riciclaggio. sarebbe l’ex brigatista dei Nar ed ex Banda Magliana Massimo Carminati
Il R.O.S., unitamente ai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 indagati per associazione di tipo mafioso[1], estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose (art. 7 L. 203/1991) e per essere l’associazione armata.
Ulteriori 40 indagati a piede libero, raggiunti da un’informazione di garanzia emessa dalla Procura Distrettuale Antimafia per i medesimi reati, sono sottoposti a perquisizione locale e personale.
Contestualmente, nell’ambito di un parallelo procedimento di prevenzione, sulla base degli elementi investigativi raccolti da questo Raggruppamento, il locale Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, a seguito di ulteriori accertamenti economico-patrimoniali, sta eseguendo il sequestro dei beni riconducibili agli indagati, emesso dal Tribunale di Roma, per un valore complessivo di 204 milioni di euro.
Gli interventi interessano le province di Roma, Latina e Viterbo.
I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa avviata nel 2012 dal Raggruppamento, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di un’organizzazione mafiosa radicata nella Capitale, facente capo a CARMINATI Massimo[2], pluripregiudicato, già appartenente all’organizzazione terroristica dei N.A.R. e strettamente legato allo storico sodalizio criminale denominato “Banda della Magliana”, nonché coinvolto in diverse vicende processuali afferenti a gravi ed eclatanti episodi delittuosi[3].
Le indagini hanno accertato l’operatività di una ramificata e pervasiva struttura mafiosa, “Mafia Capitale” che, nel tempo, ha assunto caratteri di originalità, differenziandosi significativamente dalle cosiddette mafie tradizionali. Avvalendosi dello storico legame con esponenti dell’estrema destra romana, alcuni dei quali divenuti esponenti politici o manager pubblici, il sodalizio si è gradualmente dimensionato in un’organizzazione di tipo evoluto, dedita alla sistematica infiltrazione del tessuto economico ed istituzionale, con una struttura tipicamente mafiosa ed un apparato in grado di gestire i diversificati interessi illeciti. In particolare, per quanto attiene alla mafiosità del sodalizio, sono stati acquisiti tutti gli elementi che ne caratterizzano la sussistenza, con riferimento alla struttura gerarchizzata, alla segretezza e al rispetto del vincolo di riservatezza delle indagini.
Udienza del Tribunale del Riesame il 17 dicembre per una decina di indagati nell’inchiesta su Mafia Capitale. Tra questi, Salvatore Buzzi, Giovanni De Carlo, Riccardo Mancini e Carlo Pucci. Proseguiranno, intanto, domani gli interrogatori di garanzia per i presunti intermediari tra il gruppo criminale capeggiato da Carminati e il clan Mancuso della ‘ndrangheta. L’avvocato di Buzzi lo definisce una vittima.
Renzi:”sono schifato”, e chiede “di arrivare velocemente ai processi e alle sentenze”.