Il veicolo spaziale Hayabusa 2, che significa in giapponese falco pellegrino, è stato lanciato dal Centro Spaziale di Tanegashima nel sud del Giappone ieri Mercoledì 3 dicembre. Farà un viaggio di rastrellamento verso un remoto asteroide in una missione di ricerca della durata di sei anni. La navicella dovrebbe raggiungere l’asteroide nel 2018, dove dovrà trascorrere 18 mesi di studio prima di tornare sulla Terra nel 2020.
La ricerca prevede di sparare un proiettile nell’asteroide per fare saltare in aria le rocce di un cratere, in modo che il modulo esploratore potrà raccogliere dei campioni di roccia dell’interno dell’asteroide e riportarli sulla terra per ulteriori analisi.
Secondo Aerospace Exploration Agency giapponese (JAXA) Hayabusa 2 analizzerà e studierà l’origine dell’acqua del mare e di come il pianeta Terra si è formato.
Con un lancio perfetto, come da programma, alle 04:22 GMT è iniziata la seconda missione giapponese diretta verso un asteroide: Hayabusa 2. La missione prevede la raccolta di un campione di asteroide e l’invio del materiale alla terra. Tramite un razzo JAXA H-IIA, portando la sonda Hayabusa 2 in orbita nella prima tappa del suo viaggio verso l’asteroide (162.173) 1.999 JU3. Il lancio è avvenuto dal Pad 1 della Launch Complex Yoshinobu a Tanegashima Space Center della JAXA. Il motore principale del vettore JAXA H-IIA è bruciato per 6 minuti e mezzo: 60 secondi dopo il lancio era già a Mach 1. Dopo circa sette minuti, ad una velocità di 5200 metri al secondo e ad una altitudine di circa 211 km, secondo quanto riferito da JAXA, è stata messa in atto la seconda fase, che è stata scomposta poi in 11 minuti e 30 secondi dall’inizio.
Dopo 26 minuti, Hayabusa ha raggiunto un’orbita temporanea: una nuova accensione di 4 minuti è stata prevista per le 06:01 GMT, per spingere via Hayabusa 2 dalla forza gravitazionale della Terra. La separazione finale è prevista per 06:09 GMT, dopo di che la sonda inizierà il suo ultimo viaggio verso l’asteroide 1999 JU3.
Hayabusa 2, un veicolo spaziale robotico progettato per raccogliere campioni da un asteroide e restituire il materiale alla Terra, è accompagnato da un piccolo veicolo rover giapponese, il MINERVA, ed un modulo di atterraggio, il MASCOT – mobile Scout Surface Asteroid – realizzato da parte del Centro Aerospaziale Tedesco – DLR – il cui compito sarà quello di esplorare il sito candidato per la raccolta di campioni. MASCOT, a sua volta, dispone di quattro strumenti: una camera grandangolare, un radiometro, un magnetometro e un microscopio a raggi infrarossi – fornito da CNES.