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Aggiunto da il 2012-10-31

Torno a puntualizzare quanto sta accadendo in questi primi due mesi di “raccolta differenziata” nostrana, molto approssimativa nella metodologia adottata, quanto nei contenuti educativi che ne esordiscono. Capisco che per molti è difficile concepire una città pulita con i cassonetti della differenziata fatti a mò di arredo urbano (fioriere piuttosto che altri motivi decorativi), soprattutto quando si è vissuto sempre a Canosa o nelle località limitrofe dove la differenziata è cosa nuova ed allo stato embrionale. Ma signori, cerchiamo di ascoltare la voce di chi ha vissuto per gran parte della propria vita al Nord, dove la differenziata si fa ormai da 30 anni! La soluzione della raccolta “porta a porta” è fattibile solo se si ha sufficiente personale a disposizione o si hanno le risorse economiche per assumerne di nuovo. In più la morfologia dell’abitato canosino (ci riferiamo a Canosa bassa) non aiuta le procedure di raccolta semmai le complica: si pensi a portoni, portoncini, porte, sottani, soprani, sotterranei, abitazioni, negozi, locali, box e quant’altro! Moltiplicando in maniera esasperata il numero dei punti di raccolta! Poveri operatori ecologici! Costretti a rifare il “giro” anche 2 volte nell’arco di 6 ore nella stessa giornata! Non vi meravigliate poi se la spazzatura rimane lì ad “indifferenziarsi”! E noi cittadini? Ci pensate a chi non dispone di tanti metri quadrati nella propria abitazione? Deve convivere con la propria spazzatura fino al passaggio “rado” degli “esigui” operatori? La signora “Maria” ultrasettantenne che vive sola in un sottano di 30 mq monolocale con bagno ed angolo cottura dove metterà la propria spazzatura, forse sotto il letto? La ribattezzeremo “Peggy” vista l’assonanza con la specie (pig = suino) appartenente alla famiglia degli ungulati ma soprattutto con chi vive abitualmente nei rifiuti! Bisogna sapere anche che i condomini al Nord (poiché la differenziata si fa da decenni ed i costruttori ne prevedevano l’utilizzo), hanno già predisposti nelle cantine condominiali o in zone predisposte i così detti “locali immondizie” dove vi è presente ogni sorta di contenitore (bidoni differenziali, sacchi, ecc.) per permettere appunto la differenziazione dei rifiuti. Ben lontani dalla realtà dei condomini della nostra Canosa (sia bassa che alta) che, sebbene di nuova costruzione, non prevedono nella loro concezione, la presenza di siffatte ubicazioni. Rimane quindi la chance di identificare delle aree per ciascun quartiere (di circa 5 mq), collocando in tali siti i bidoni di raccolta (5 colori diversi + campana vetro + contenitore pile-batterie esauste), rendendo più semplice il compito sia ai cittadini (che così riconoscerebbero meglio la collocazione dei vari rifiuti senza obblighi di rilascio a “giorni alterni” o di “ritensione domiciliare” degli stessi, quasi un “procrastinare a comando”), sia per gli operatori ecologici addetti alla raccolta (che così non sarebbero oberati da un maggiore carico di lavoro dovuto al “porta a porta”). Dando una maggiore incisività (nel frattempo) all’educazione alla differenziazione dei rifiuti e la loro collocazione in appositi siti necessari ma strutturati a mò di arredo urbano ciò avviene già nelle più “lontane” cittadine del Nord. Si potevano (ribadisco il concetto) destinare delle risorse (circa 3 milioni di euro) piuttosto che al monitoraggio ambientale (se di monitoraggio si tratta), invece alla tutela dell’ambiente stesso affinchè un semplice problema di smaltimento dei rifiuti urbani non sommerga anche l’abitato oltre che le discariche a cielo aperto già presenti fuori porta.

Firmato da un canosino di ritorno: FALCO BRIANZOLO

Categorie:

Ambiente, Salute, Sociale, Sud
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