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Aggiunto da il 2014-01-04

BUON 2014, DA FIAT!
C’è chi aspettava questo evento dal 2009! Da almeno 4 anni e mezzo aspettava John Elkann sicuramente per realizzare la visionaria creazione di un marchio automobilistico planetario globale, sin dal momento in cui la FIAT iniziò la “ricostruzione” di Chrysler negli USA con l’approvazione del presidente Obama. Per Sergio Marchionne è, con l’acquisizione del 100% della terza casa automobilistica americana, la realizzazione del perseguimento (in oltre 10 anni di guida del Lingotto come amministratore delegato) della creazione di un costruttore di auto globale con competenze, esperienze uniche e quant’altro di megalitico! Qualche giornalista pedissequamente celebra questi personaggi come grandi negoziatori, grandi stratega dell’economia internazionale, grandi conoscitori delle politiche aziendali multinazionali, grandissimi .. figli di .. aggiungerebbe qualcun altro senza peli sulla lingua! Provate a chiedere a tutti quegli operai cassaintegrati italiani dell’indotto FIAT che quest’anno per capodanno si sono visti recapitare come “regalo per il 2014” una bella lettera di licenziamento e che non hanno ormai più speranze che qualche commessa arrivi dove ormai le promesse non mantenute hanno reciso le più ostinate e false illusioni. Ciò che si doveva difendere ieri diventa sempre più indifendibile oggi: i sindacati italiani hanno chiuso la partita mai giocata per abbandono del campo da parte della controparte! Stato Italiano permettendo, quella controparte infatti, con i suoi rappresentanti che sono andati via all’estero, portandosi via non solo dei posti di lavoro, ma sono espatriati lasciando a noi italiani l’onere dei cassaintegrati e i costi dell’assistenzialismo di Stato, tutto alla faccia della crescita e del made in Italy!
Già dalla fine di novembre 2013, un colosso come Fiat Industrial da 25 miliardi di euro di fatturato non batte più bandiera italiana volando in Olanda e versando le tasse in quel paese: Tutto grazie al sì della cosiddetta Commissione Speciale di CNH; una commissione che di indipendente non ha niente, composta da esperti di tasse e banchieri, (anche un ex Lehman Brothers), tutti nel libro paga del Lingotto. Sono il professor Thomas Colligan, ex revisore della Pricewaterhouse Cooper, il professor Rolf Jeker, che nella sua vita ha collezionato numerosi incarichi in Svizzera, Jacques Theurillat, avvocato esperto di tasse, il professor Edward Hiler e il banchiere (tra l’altro ex Lehman Brothers) Kenneth Lipper. Sono stati definiti indipendenti, anche se i primi tre percepiscono, da diversi anni, circa 115mila dollari l’anno da CNH e gli altri circa 87mila dollari. Per sciogliere la loro riserva e chiarire i loro dubbi si sono avvalsi della consulenza, remunerata sempre da Fiat, di Jp Morgan e di Lazard con l’aiuto dei legali degli studi Cravath, Swaine & Moore LLP, De Brauw Blackstone Westbroek N. V e di Bonelli, Erede & Pappalardo. Sergio Marchionne, ha convinto della bontà dell’operazione gli amministratori indipendenti di CNH, gli unici che potevano impedire la fusione con la casa madre. Di certo grazie all’unione tra CNH e Fiat Industrial il nuovo gruppo pagherà meno interessi sul debito (gli analisti dicono 150 milioni in meno) ed, essendo più internazionale, avrà anche più accesso ai mercati finanziari. Ma il vantaggio per gli altri portatori di interesse in Fiat (dai fornitori ai lavoratori, dall’Italia ai clienti) è tutto ancora molto difficile da dimostrare. Già nel 2013 si assisterà alla prima grande migrazione all’estero della Fiat coi suoi veicoli industriali, prima che si compia quella più attesa dell’auto. Con la fusione societaria, si trasferisce fuori dai confini nazionali la testa della società, mentre la produzione e gli stabilimenti sono già in via di ridimensionamento o di chiusura. Trasferire l’azienda dall’Italia all’Olanda porterà benefici societari e fiscali, che vanno nell’esclusivo interesse degli azionisti di maggioranza. I principali sono avere azioni con privilegi diversi e risparmiare in tasse. I primi a beneficiarne, non vale neanche la pena di sottolinearlo, saranno gli Agnelli. Con la fusione, la loro quota in Fiat Industrial si diluirebbe dal 30% al 27% (al di sotto della soglia d’Opa), ma il doppio diritto di voto blinderebbe di fatto il controllo della società. Quanto ai benefici fiscali, in Olanda, i dividendi non sono tassati a differenza dell’Italia dove sono esenti solo per il 95%, mentre sul restante 5% si versa al Fisco un’imposta del 27,5%. Equivale a una aliquota dell’1,375% che sui grandi numeri non è irrilevante. Avere gli zoccoli ai piedi vuol dire anche pagare meno royalties sui marchi e sui brevetti (non per niente molte case del lusso hanno le società proprietarie dei marchi con sede in Olanda) e avere a disposizione una serie di accordi con Paesi esteri sulla doppia imposizione più numerosi rispetto a quelli siglati dall’Italia. Un altro fattore rilevante che ha dato di fatto il via libera all’espatrio delle holding italiane è stata la recente normativa sul congelamento delle plusvalenze latenti. Prima, per trasferire la sede fuori dall’Italia, era necessario pagare subito le tasse sulle plusvalenze che la vendita degli asset della società avrebbe generato. Dallo scorso anno la tassazione è differita nel tempo e viene rimandata al momento della cessione vera e propria dell’asset. Liberi tutti. E Marchionne e gli Agnelli non hanno perso tempo per portare una parte del loro gruppo lontano dai controlli degli ispettori del Fisco italiano.
Sin dai tempi di Gianni e Umberto Agnelli la FIAT è una azienda a cui i nostri politicanti da quattro soldi hanno permesso di nazionalizzare socializzando solo le perdite e lasciando privatizzare gli utili. Adesso stanno espatriando prima in Olanda, poi negli USA, benissimo visto che lo Stato Italiano non è in grado di farsi rispettare sequestrando gli impianti a titolo di risarcimento per gli aiuti elargiti nel tempo, per il danno sociale provocato, per quello che succederà a causa delle loro speculazioni finanziarie. Visto il “buon 2014″ che ci hanno rivolto, per questo nuovo anno, facciamo un’azione collettiva almeno noi utilizzatori di auto, boicottiamo la Fiat non acquistando più neanche uno spillo, tanto i loro dipendenti e le aziende collegate le hanno già strangolate loro.
Sbarcando negli USA i rampolli ed i rampanti FIAT hanno acquisito da VEBA la partecipazione del 41,5% detenuta dal fondo sanitario del sindacato americano UAW, salendo così al 100% della Chrysler. La chiusura dell’affare sarà entro il 20 gennaio 2014 quando la VEBA riceverà 3,65 miliardi di dollari (2,7 miliardi di euro) di cui la FIAT pagherà cash solo 1,75 miliardi di dollari (poco meno di 1,3 miliardi di euro) utilizzando la propria liquidità disponibile. In che modo sia stata possibile un’intesa tra l’A.D. di Chrysler Marchionne ed il sindacato americano UAW sull’ulteriore concordato definito “memorandum d’intesa”? Ad integrazione dell’attuale contratto collettivo dei lavoratori del gruppo, in cui sono previste altre contribuzioni per 0,7 miliardi di dollari in quattro rate paritetiche pagabili su base annua di cui la prima subito in concomitanza del perfezionamento dell’operazione e le altre tre rimanenti nei successivi tre anni sempre nello stesso giorno del pagamento della prima rata. Ma come sia possibile una tale intesa, tra un A.D. di un’azienda ed un sindacato americani, sulla cessione della partecipazione alla proprietà delle quote del fondo sanitario del sindacato stesso, sta solamente nella a noi incomprensibile “natura liberty” degli Stati Uniti d’America: in Italia un tale gesto per un sindacato sarebbe come vendersi l’anima al diavolo! Sarebbe come cannibalizzarsi l’assistenza sanitaria! Va bene anche il fatto che in Italia non esistono sindacati che possiedono quote di partecipazione del fondo sanitario, ma in USA non c’è ancora un’efficace assistenza sanitaria statale paragonabile alla nostra! Per questo motivo forse da sempre gli USA sono considerati un vero paradiso per l’imprenditoria occidentale. A noi comuni mortali interessa solo la sorte di tanti lavoratori italiani e la mancanza di prospettive per la futura crescita di tutto il settore industriale automobilistico italiano e dell’indotto ad esso connesso, sempre più in declino, ridotto ormai ai minimi termini. Sotto l’albero di Natale e per il nuovo anno tante famiglie italiane hanno trovato una bella lettera di licenziamento! Ed in tanti casi si trattava dell’unica fonte di reddito! Famiglie allo sbando! Si tratta di famiglie con un figlio all’università che adesso non potranno più mantenere. Oppure di situazioni ancora peggiori, si parla di rischio indigenza per moltissime. Non riuscire a sbarcare il lunario è l’incubo di tante unità famigliari che adesso diviene realtà! Nessuna luce alla fine del tunnel! Ma ci sarà un’uscita al buio più profondo che stiamo attraversando? Speriamo di sì! Altrimenti, insegna la storia, possono solo le catastrofi dare ciò che alla società non viene pacificamente come nuova linfa!
Falco Brianzolo

Marchionne, Napolitano ed Elkann

Marchionne, Napolitano ed Elkann

Vedi anche:

http://youtu.be/PuzMXuK9GLs